venerdì 31 agosto 2012

Srl semplificata per under 35, dal 29 agosto al via lo Statuto

In arrivo il modello standard di statuto per le società semplificate a responsabilità limitata per gli under 35.
 
Dal prossimo 29 agosto, cadrà l’ultimo ostacolo per la costituzione della Società Semplificata a Responsabilità Limitata (SSRL) per giovani under 35. Il 29 agosto, infatti, entra in vigore il decreto ministeriale 23 giugno 2012, n. 138 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 14 agosto 2012 nr. 189), contenente il regolamento sul modello standard di atto costitutivo e statuto della società a responsabilità limitata semplificata e individuazione dei criteri di accertamento delle qualità soggettive dei soci.
Come ricorderete, la Srls è disciplinata dall’articolo 2463-bis del Codice civile, introdotto dal d.lg. nr. 1/2012 (decreto liberalizzazioni), convertito in legge 27/2012. Secondo questa norma, la SRLS può essere costituita tra persone fisiche che non abbiano compiuto i 35 anni e, novità assoluta, può essere costituita con un capitale sociale di soli un euro.
Il modello dell’atto costitutivo è contenuto nell’allegato A al decreto ministeriale il quale, all’art. 1 dispone che: “L’atto costitutivo, recante anche le norme statutarie, della società a responsabilità limitata semplificata di cui all’articolo 2463-bis del codice civile e’ redatto per atto pubblico in conformità al modello standard riportato nella tabella A allegata al decreto.
Per quanto non regolato dal modello standard di cui al comma 1, si applicano le disposizioni contenute nel libro V, titolo V, capo VII del codice civile, ove non derogate dalla volontà delle parti”.

Individuazione dei criteri di accertamento delle qualità soggettive dei soci della società a responsabilità limitata semplificata

L’art 2 del decreto ministeriale dispone che: “Il notaio, nel ricevere l’atto di cui all’articolo 1, accerta, che l’età delle persone fisiche che intendono costituire una societa’ a responsabilita’ limitata semplificata e’ quella prevista dall’articolo 2463-bis del codice civile..”

Pdf con testo dello statuto:
https://www.dropbox.com/s/rq92m77gw0w1yey/modello_statuto_srl_semplificata.pdf?m

http://www.lavoroediritti.com/2012/08/srl-semplificata-per-under-35-dal-29-agosto-al-via-lo-statuto/

Scuola: a settembre concorso per 21mila docenti e non

Il 24 settembre il primo concorso per 11.892 cattedre nelle scuole statali. Al via anche il sistema nazionale di valutazione su istruzione e formazione.
 
Finalmente torneranno i concorsi nelle scuole italiane. E’ prevista per il 24 settembre prossimo, la pubblicazione di un bando di concorso, per titoli ed esami, su base regionale, finalizzato alla copertura di 11.892 cattedre nelle scuole statali di ogni ordine e grado, risultanti vacanti e disponibili; altrettanti posti saranno messi a disposizione dal Miur attingendo dalle attuali graduatorie.
La procedura concorsuali, si legge nel comunicato stampa del Miur, “avverrà secondo modalità innovative per favorire l’ingresso nella scuola di insegnanti giovani, capaci e meritevoli. Visto l’elevato numero di potenziali candidati, vi sarà una prova selettiva da svolgersi alla fine di ottobre, su una batteria di test uguale per tutte le classi di concorso.
A gennaio sarà svolta la prova scritta (consistente anche in una prova strutturata di verifica delle competenze disciplinari), in modo da avere i tempi per svolgere la prova orale (con l’inserimento di una simulazione di una lezione per verificare l’abilità didattica) e pubblicare le graduatorie in tempo utile per l’immissione in ruolo per l’a.s. 2013/2014. A questo primo bando seguirà un secondo entro maggio 2013, disciplinato dalle nuove regole di reclutamento, attualmente in fase di preparazione”.
Infatti, con decreto ministeriale nr. 74 dello scorso 10 agosto, il Ministro profumo ha stabilito n. 21.112 assunzioni a tempo indeterminato di personale docente ed educativo, da effettuarsi per l‟anno scolastico 2012/2013.
L’art. 2 del decreto stabilisce che, “il numero dei posti su cui possono essere disposte le assunzioni a tempo indeterminato viene ripartito a metà tra le graduatorie dei concorsi per esami e titoli, indetti nell‟anno 1999 – ovvero, in caso di mancata indizione tra le graduatorie dei precedenti concorsi – e le graduatorie ad esaurimento di cui all‟art. 1, comma 605, lett. c) della legge 27 dicembre 2006, n. 296.
Le operazioni di nomina dovranno altresì essere effettuate al netto dei posti accantonati sul contingente dell‟a.s. 2010/2011, da ricoprirsi a seguito dello scioglimento delle vertenze relative ai docenti inseriti “ a pettine” nelle graduatorie ad esaurimento a seguito di provvedimenti giudiziari.
Qualora le assunzioni non possano essere disposte sulla totalità dei posti assegnati, in assenza o per esaurimento delle graduatorie sopra indicate o perché sono venuti meno in sede di adeguamento i posti previsti in organico di diritto, è consentito, fermo restando il limite del contingente provinciale assegnato, destinare tali eccedenze a favore di altre graduatorie, avendo riguardo alla tipologia del posto di cui trattasi.
Oltre a questo, nel corso del Consiglio dei Ministri dello scorso 24 agosto, sono stati approvati altri tre decreti, di cui due sono sempre di autorizzazione al MIUR ad assumere a tempo indeterminato, a partire dall’anno scolastico 2012-2013 dirigenti scolastici, personale docente, personale tecnico-amministrativo e direttori amministrativi.
Il quarto decreto riguarda l’istituzione e la disciplina del Sistema nazionale di valutazione in materia di istruzione e formazione delle istituzioni scolastiche e formative, comprese le scuole paritarie, definendone finalità, struttura e modalità di funzionamento.
DPR recante autorizzazione al Miur ad assumere a tempo indeterminato, per l’a.s. 2012 – 2013, 1213 dirigenti scolastici, a trattenere in servizio 134 dirigenti scolastici per l’a.s. 2012/2013, ad assumere 21.112 unità di personale docente ed educativo
Le assunzioni di dirigenti scolastici e di docenti e personale educativo autorizzate dal DPR per l’a.s. 2012/2013 rientrano nel programma triennale di assunzioni nel comparto scuola 2011-2013 per rispondere al fabbisogno corrispondente alle effettive esigenze di funzionalità del servizio scolastico. Tali assunzioni devono essere effettuate entro il 31 agosto 2012 al fine di consentire un ordinato avvio dell’anno scolastico. Con riferimento ai dirigenti scolastici, oltre all’assunzione di 1213 unità (risultati vincitori del recente concorso), sono stati autorizzati 134 trattenimenti in servizio di presidi con 65 anni di età per l’assoluta necessità di coprire i numerosi posti che risulteranno vacanti al 1° settembre 2012.
DPR recante l’autorizzazione al Miur ad assumere 60 docenti di I e II fascia per le Accademie e i Conservatori di Musica
Le assunzioni di docenti di I e II fascia autorizzate dal DPR per l’anno accademico 2012/2013 rispondono al fabbisogno corrispondente alle effettive esigenze di funzionalità del sistema dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica. Infatti, alla data del 1° novembre 2012 cesseranno dal servizio 214 docenti di prima e seconda fascia. Rispetto a queste nuove vacanze di organico 60 posti saranno ricoperti con l’assunzione autorizzata dal DPR dei docenti iscritti nelle graduatorie nazionali; le restanti cattedre vacanti saranno attribuite con incarichi a tempo determinato annuale.
DPR recante l’autorizzazione al Miur – Direzione generale per l’Alta formaziona artistica, musicale e coreutica, ad assumere 280 unità di personale tecnico –amministrativo (149 assistenti amministrativi e 131 coadiutori) e 3 unità di direttore amministrativo – EP/2 a seguito di mobilità intercompartimentale
Le assunzioni del personale tecnico – amministrativo e delle unità di direttore amministrativo autorizzate dal DPR per l’anno accademico 2012/2013 rispondono all’esigenza di garantire un corretto avvio dell’anno accademico per le Accademie e i Conservatori. Infatti, le assunzioni autorizzate servono a coprire quota parte delle vacanze di organico che si determineranno a seguito di cessazioni dal servizio del personale al 1° novembre 2012.
DPR recante regolamento sul sistema nazionale di valutazione in materia di istruzione e formazione
Il Sistema di valutazione si basa sull’attività di collaborazione di tre istituzioni: l’Invalsi (l’Istituto nazionale per la valutazione del sistema di istruzione e formazione), che assume il coordinamento funzionale dell’intera procedura di valutazione; l’Indire (l’Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa), che sostiene le scuole nei piani di miglioramento; gli Ispettori, che collaborano nella fase di valutazione esterna delle scuole.
Uno dei perni di questa riforma è costituito dall’autovalutazione delle scuole, determinata sulla base di dati forniti dal sistema informativo del Ministero dell’istruzione, università e ricerca, dall’Invalsi e dalle stesse scuole. Questa analisi sarà contenuta in un Rapporto di autovalutazione da cui successivamente l’Invalsi desumerà gli indicatori che consentiranno di individuare le istituzioni scolastiche da sottoporre alla valutazione esterna, coordinata dagli ispettori. In base ai risultati del Rapporto, la scuola definirà un piano di miglioramento avvalendosi anche del sostegno dell’Indire, o della collaborazione con università, enti di ricerca, associazioni professionali e culturali.
Gli esiti del procedimento di valutazione non hanno l’obiettivo di sanzionare o premiare ma intendono rendere pubblico il rendimento della scuola in termini di efficacia formativa. Lo scopo è attivare un processo di miglioramento sistematico e complessivo dell’efficienza e dell’efficacia del servizio, che deve essere mirato soprattutto a innalzare i livelli di apprendimento degli studenti e a dotarli di conoscenze e competenze essenziali per operare scelte consapevoli per il loro futuro. Il sistema permetterà anche di comprendere il valore dell’azione di coordinamento dei dirigenti scolastici.
Il decreto sarà successivamente sottoposto, per i prescritti pareri, al Consiglio nazionale della pubblica istruzione, alla Conferenza unificata, al Consiglio di Stato e alle competenti Commissioni parlamentari. Contemporaneamente all’acquisizione dei pareri degli organi consultivi, si aprirà un percorso di consultazioni e confronto sul testo con gli operatori del mondo della scuola, con le realtà associative rappresentanti i genitori, gli studenti e la società civile, nonché con i sindacati del comparto e con le forze politiche.
Procedure abilitazione nazionale docenti universitari
Dopo l’emanazione dei due bandi per la formazione delle commissioni nazionali per l’abilitazione al ruolo di professore di I e II fascia e per i candidati, si avvicinano le prime scadenze per l’avvio dell’operatività delle procedure: 1) il 28 agosto sono scaduti i termini per la presentazione da parte dei professori ordinari in servizio presso le Università italiane delle candidature a far parte delle commissioni nazionali; 2) il 3 settembre scadranno i termini per l’eventuale ritiro della candidatura.
Si tratta complessivamente di 184 commissioni nazionali che saranno formate a seguito dell’accertamento della qualificazione degli aspiranti commissari da parte dell’ANVUR e successivo sorteggio nell’ambito delle liste di idonei formate per ciascun settore concorsuale. Per quanto riguarda i candidati sarà possibile presentare la domanda entro il 20 novembre attraverso la procedura telematica predisposta dal Ministero e accessibile dal sito dedicato all’abilitazione nazionale.
Piano straordinario di assunzione professori universitari associati
Per l’anno in corso si prevede l’assegnazione agli atenei della seconda tranche di risorse destinate alla chiamata di professori di II fascia per un importo di 15 milioni di euro relativo al 2012 pari ad una spesa annua a regime di 90 milioni di euro. Tali risorse consentiranno l’assunzione di un numero di professori di II fascia compreso tra 2.500 e 3.000.
Il ministro Profumo, in una intervista a Tgcom 24, sul tema dei concorsi ha dichiarato: “Il concorso sara’ serio con un fine principale: reclutare i docenti che dovranno insegnare nelle nostre scuole dei prossimi 20-30 anni. Occorre un programma per dare la possibilita’ ai giovani di entrare nel mondo della scuola; faremo un concorso il 24 di settembre, poi un altro nella tarda primavera e poi uno ogni due anni: ridurremo il numero delle persone in graduatoria e dall’altra avremo il secondo canale del concorso. Credo che sia un buon modo per tornare ad essere un Paese normale”.
Inoltre, continua il ministro, in merito al funzionamento dei concorsi: “E’ un canale doppio: graduatorie da una parte e il concorso dall’altro; l’insegnante ‘sara’ una persona capace di stare con i giovani. Spesso le sole competenze non bastano. Poi, nella fase preliminare, vanno valutate le capacita’ dell’insegnante dal punto di vista della logica e dell’interpretazione di un testo”.
 
 
Il pdf con il decreto:

martedì 28 agosto 2012

Investimenti, turnover e tasse


L’investimento a lungo termine ha un segreto che offre molti vantaggi. Il segreto è molto banale, e ve lo svelo con un semplice racconto.
Un ragazzo conosce una splendida ragazza e vuole disperatamente sposarla, ma lui ha solo un euro e i genitori della ragazza la daranno in sposa solo ad un milionario. Così il ragazzo si rivolge al saggio del villaggio e chiede, come posso diventare milionario e sposare la donna dei miei desideri?
Semplice, risponde il saggio, raddoppia il tuo euro ogni anno per 20 anni (1,2,4,8,16,…., 1.048.576) e potrai sposarla.
Così il ragazzo si impegna e riesce a raddoppiare il suo euro anno dopo anno, ma al ventesimo anno i conti non tornano
…..il saggio dimenticava le tasse

Infatti il ragazzo dopo aver raddoppiato il proprio euro ogni anno, al termine dei 20 anni si trova con soli € 127.482 perchè ha dovuto pagare il 20% di tasse sul rendimento ogni anno.
Quello che sorprende maggiormente è la differenza del rendimento tra chi è a conoscenza del piccolo segreto e tra chi ne è all’oscuro.
Il piccolo segreto si chiama “turnover e tasse”.
Nell’esempio riportato nell’immagine qui in basso, abbiamo due ipotesi.
Nell’ ipotesi 1, un euro raddoppia ogni anno di valore, l’investimento non viene liquidato ma tenuto in portafoglio per 20 anni e al termine realizzato pagando in un unica soluzione le tasse. Il rendimento dell’ipotesi 1 dopo 20 anni è di € 1.048.576 lordo, che si traduce in € 838.860 al netto delle tasse.
Nell’ipotesi 2, il ragazzo riesce a raddoppiare il suo unico euro ogni anno, ma liquida il suo portafoglio ed acquista nuovi titoli ogni anno pagando le tasse. Il rendimento al termine dei 20 anni sarà di  € 127.482 netti.
Ovviamente siamo tutti consapevoli di non poter raddoppiare il capitale ogni anno per 20 anni, le ipotesi e il racconto ci portano ad un punto fondamentale.
Il punto  fondamentale è il turnover e quanto le tasse incidano sul rendimento finale.
Il turnover è la percentuale del portafoglio che viene venduto e reinvestito ogni anno.
Se compro e mantengo il titolo in portafoglio per 1 anno avrò un turnover del 100%, se non vendo il titolo per 20 anni avrò un turnover vicino allo 0%
Se prendiamo in considerazione l’ipotesi 2, possiamo vedere quanto un turnover del 100% incida sul rendimento finale rispetto all’ipotesi 1 a parità di rendimento.
Come possiamo vedere in entrambe le ipotesi il ragazzo al ventesimo anno non sarà milionario, ma nell’ ipotesi 1 già dal ventunesimo anno avrà raggiunto il suo obbiettivo mentre per l’ipotesi 2 (turnover 100%)  l’obbiettivo sarà raggiunto al ventiquattresimo anno.
Guardiamo cosa accade invece al ventiquattresimo anno nell’ipotesi 1, il rendimento sarà 12,5 volte maggiore del risultato ottenuto nell’ipotesi 2 e questo grazie ad un basso turnover e tasse pagate il più tardi possibile.
Per concludere analizziamo alcuni esempi più realistici, ipotizziamo un rendimento annuo del 15% e vari turnover.
Nel primo esempio abbiamo un investimento di 20 anni con un rendimento del 15% ed un turnover del 3% che corrisponde ad una cambio del 3% dei titoli nel portafoglio ogni anno.


Nel secondo esempio abbiamo un investimento di 20 anni con un rendimento del 15% ed un turnover del 10% che corrisponde ad una cambio del 10% dei titoli nel portafoglio ogni anno.

Nel terzo esempio abbiamo un investimento di 20 anni con un rendimento del 15% ed un turnover del 50% che corrisponde ad una cambio della metà dei titoli nel portafoglio ogni anno.
Nell’ultimo esempio abbiamo un investimento di 20 anni con un rendimento del 15% ed un turnover del 100% che corrisponde ad una cambio dei titoli nel portafoglio ogni anno.
Come possiamo notare, la differenza nel rendimento tra chi detiene i titoli in portafoglio più a lungo (turnover basso) e chi svolge una continua attività di compravendita (turnover alto) è notevolmente a favore dei primi (vedi confronto in basso).
Comprare e vendere titoli in continuazione comporta con il tempo un enorme differenza di rendimento ed è un costo non indifferente in commissioni.
Mantenere un buon titolo in portafoglio per anni, comporta un vantaggio considerevole e rendimenti straordinari. Senza contare la crescita dei dividendi nel tempo.
Se consideriamo, infine, che l’investitore medio detiene i titoli in portafoglio molto meno di 1 anno (quindi un turnover anche del 3-400%) possiamo capire perchè spesso i risultati non sono quelli attesi o sperati.


http://blog.wallstreetitalia.com/finanzacity/2012/08/13/investimenti-tasse/

Maxi-ambulatori e orari no stop ecco il nuovo medico di famiglia

Norme destinate a cambiare comportamenti e abitudini di dottori e utenti. 

Il cuore del pacchetto di misure del governo riguarda la figura sanitaria più vicina ai cittadini di MICHELE BOCCIIL DECRETO sanità disegna una nuova assistenza territoriale, dando il via alla "più grande riforma per i medici di famiglia dal 1980", come l'ha definita Giacomo Milillo, segretario del sindacato Fimmg. I cittadini troveranno il medico di famiglia all'interno di un maxi ambulatorio da 15-25 professionisti aperto tutti i giorni per 24 ore. Ci lavoreranno anche pediatri, guardie mediche e specialisti, e verranno fatti esami come le ecografie. Si praticherà anche la cosiddetta medicina di iniziativa: i malati cronici verranno contattati periodicamente e invitati a fare visite ed esami.

I NUMERI
Lavoro di gruppo per 15-20 sanitari
al servizio di almeno 20mila utenti 
Un maxi ambulatorio aperto "per tutto l'arco della giornata, nonché nei giorni prefestivi e festivi". Il primo articolo del decreto sanità disegna una nuova struttura territoriale dove saranno tenuti a lavorare tutti i medici di famiglia, assicurando così una presenza costante. I pazienti avranno così sempre a disposizione un dottore. Se non il loro, perché a quell'ora di quel giorno non riceve, un altro che lavora nello stesso studio e ha accesso ai dati sanitari di quella persona grazie alla rete telematica interna. Nei maxi ambulatori, secondo le stime dei sindacati, lavoreranno tra i 15 e i 25 dottori (...)




altra fonte:

ROMA - Non piu' ''solo'' il medico di famiglia, ma tutto uno studio medico ''di fiducia'', aperto 24 ore su 24, sette giorni alla settimana, con il contributo anche di altri professionisti come infermieri e medici specialisti e con apparecchi diagnostici di base. E' questo, secondo quanto spiega all'ANSA, Giacomo Milillo, Segretario Nazionale della Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg), ''l'importante progresso'' che si avra' se nel decretone sulla salute che con tutta probabilità sarà presentato al prossimo consiglio dei ministri del 31 agosto dal Ministro Renato Balduzzi, ''ci sara' anche la modifica all'art. 8 che noi auspichiamo dal 2006''.

L'obiettivo primario di questa riorganizzazione, secondo Milillo, e' quello di ''spostare la Sanita' vicino all'assistito'', alleggerendo i Pronto soccorso e riducendo il ricorso alle strutture complesse solo quando strettamente necessario e indispensabile.

Il medico di famiglia diventa cosi' un ''medico della persona - aggiunge il segretario della Fimmg -. L'assistito continuera' ad avere il suo medico di scelta, ma all'interno di uno studio.

E negli orari in cui il suo medico non c'e, l'assistito potra' ricorrere ad altri dottori che fanno parte dello studio, conoscono la sua storia clinica e sono in grado di seguirlo grazie alla cartella clinica elettronica che fa anch'essa parte delle proposte in atto. In pratica si pensa di poter andare verso aggregazioni di 15-20 medici, di cui 15 sono di scelta e 4-5 di continuita' assistenziale, per esempio di guardia medica, per consentire poi a tutti di essere di scelta. Auspichiamo che ad essi si affianchino anche altri professionisti, come infermieri e specialisti. Gli studi dovrebbero essere corredati anche di apparecchiature diagnostiche di base, per ridurre all'indispensabile il ricorso a strutture complesse''.

Questo tipo di aggregazioni, aggiunge Milillo, in parte erano gia' previste nell'attuale convenzione, anche se non sono state attuate dalle Regioni. ''Ci sono in corso sperimentazioni H12, qualche Regione sta anche pensando ad H16, con il 118 dalle 24 alle 8 per le emergenze''.

Secondo Milillo la novita' maggiore viene pero' non solo dall'orario delle prestazioni, che potrebbe anche non arrivare a coprire tutte le 24 ore in sede finale, ma soprattutto dall'idea di ''passare dalla medicina di attesa a quella di iniziativa'': ''Oggi il medico di base attende che l'assistito vada nel suo studio e lo consulti. Questa riorganizzazione e' anche l'opportunita' per favorire la 'medicina di iniziativa', nella quale il medico che conosce la storia clinica del suo assistito, si muove preventivamente per fargli fare accertamenti clinici, adottare regimi alimentari adeguati e prescrivere cure necessarie prima che la malattia si aggravi. Questo e' particolarmente vero per le malattie croniche. Il diabete, per esempio. Ma anche i tumori alla mammella. Sapendo che la mamma o la zia dell'assistita ne ha sofferto, si puo' arrivare a una diagnosi precoce, fondamentale per questo tipo di tumore''.

Per questo c'e bisogno di uno strumento come il Fascicolo sanitario elettronico. ''I dati ci sono gia' - conclude Milillo -. Tutti i medici oggi hanno il pc e lo usano per le diagnosi.

Il problema adesso e' di aggregarle in rete''

lunedì 27 agosto 2012

Servizi più equi e caccia ai furbi una rivoluzione per l'indice Isee


IL DOSSIER

Nel nuovo metodo peseranno Imu e indennità sociali
Cambia l'unico indicatore in grado di misurare la ricchezza e consentire l'accesso ad assistenza e agevolazioni. Chi perde il lavoro potrà subito aggiornare il proprio stato patrimoniale e godere di un maggior sostegno di VALENTINA CONTE

IMU, beni all'estero, i Btp con un tetto allo "spread", i premi di produttività. Ma anche bonus, detrazioni, sconti. Il nuovo Isee dell'era Monti, introdotto con il Salva-Italia e ora pronto per l'esame parlamentare, rivoluziona il modo di fotografare la situazione economica delle famiglie, perché sia più vero e verificabile. Se da una parte, dunque, si introducono nuove componenti nel calcolo, dall'altro nasce anche un Isee "solidale" per chi perde il lavoro. Accanto a misure specifiche per i disabili.

IL CALCOLO ATTUALE
L'Isee è l'unico indicatore in grado di misurare la ricchezza (o povertà) delle famiglie italiane. E consentire a chi è sotto una determinata soglia di chiedere prestazioni e servizi, sociali e assistenziali, agevolati, erogati da Stato, Comuni, Regioni, università o altri enti. Come assegni, sconti, aiuti per asili nido, mense, libri, tasse universitarie, borse di studio, assistenza a domicilio, bollette di luce e gas. L'Isee si ottiene sommando i redditi di tutti i componenti della famiglia al 20% del loro patrimonio e dividendo quanto ottenuto per i parametri di equivalenza (esemplificativi del numero di figli, della presenza o meno di disabilità o altri disagi).

COSA CAMBIA NEL REDDITO
Nella parte reddituale del calcolo, per la prima volta ai redditi Irpef si sommeranno anche i redditi esenti, le entrate tassate in altro modo. Come la cedolare sugli affitti, i premi di produttività. Ma anche l'indennità di accompagnamento, scelta che ha fatto discutere. Non anche la social card e i voucher, come sembrava in un primo tempo. Un reddito così lievitato sarà però compensato da alcune detrazioni (quasi tutte con un limite massimo). Si sottraggono gli assegni al coniuge e ai figli, le spese per i disabili, il 20% del reddito da lavoro dipendente o della pensione. E poi anche una quota degli affitti e una franchigia sull'abitazione di proprietà. Gli interessi maturati sugli investimenti finanziari avranno un tetto: finora erano parametrati al rendimento del Btp a 10 anni, ma senza alcun vincolo. Impossibile ora, visti gli "spread", costantemente al rialzo.

COSA CAMBIA NEL PATRIMONIO
La prima casa, dove si abita, sarà rivalutata ai fini Imu. E quindi entrerà nei calcoli patrimoniali con il 60% in più. Un vera mazzata. Benché il nuovo Isee considererà solo il 75% di questo valore immobiliare rivalutato, a cui sottrarre l'eventuale mutuo residuo, ancora da pagare. Al mattone si aggiungerà poi anche il patrimonio estero e quello mobiliare, come ora: titoli di Stato, conti corrente, partecipazioni societari. Una franchigia, anche qui, attenuerà il "colpo". 

L'ISEE "SOLIDALE"
Chi ha perso il lavoro e vuole presentare l'Isee per usufruire di servizi agevolati può chiedere a Caf, Inps, sportello Comunale, un Isee "corrente". Ovvero che si tenga conto nel calcolo, non delle condizioni di reddito certificate (e dunque risalenti a due anni prima), ma dei dati attuali relativi, ad esempio, alla cassa integrazione. Per i disabili, l'Isee diventa "intelligente" e distinguerà tra disabilità media, grave e non autosufficienza. Negli ultimi due casi, si potranno dedurre buona parte delle spese.

http://www.repubblica.it/economia/2012/08/27/news/cambia_isee-41538438/?ref=HREC1-10

Dossier pensioni: ecco chi può evitare la stretta della riforma Fornero


Lunedì 27 agosto e martedì 28 agosto doppio appuntamento del Sole 24 Ore sulle pensioni: da un lato l'inserto monografico dell'Esperto risponde interamente dedicato a chi andrà in pensione con le regole precedenti e dall'altro il volume «La pensione» con tutte le novità introdotte dalla riforma Fornero per chi utilizzerà il sistema nuovo.
L'Esperto risponde
Lunedì 27 agosto , quindi, appuntamento con l'inserto speciale dell'Esperto risponde in versione monografica sulle pensioni. Il focus è dedicato ai lavoratori che beneficeranno della pensione secondo le regole precedenti la riforma Fornero, una platea di 120mila persone che ricomprende, in particolare e, in presenza di determinati requisiti, lavoratori in mobilità, titolari di prestazioni a carico dei fondi di solidarietà, prosecutori volontari, esonerati della Pa, lavoratrici che optano per la pensione tutta contributiva, sperimentale fino al 2015. Uno spazio è riservato anche alla totalizzazione tra sistemi contributivi diversi, che offre un'alternativa alle regole post riforma. Nel fascicolo, infine, tutte le risposte ai quesiti dei lettori sulle rubriche di lavoro e previdenza.
Il libro da martedì
L'approfondimento del Sole 24 Ore sulle pensioni continua poi martedì 28 agosto con «La pensione», il nono volume della collana "La tua economia", che risponde alle domande che gli italiani si pongono dall'entrata in vigore della riforma del sistema previdenziale: quando potrò andare in pensione? E come sarà calcolato il mio assegno?
Tutte le novità introdotte dalla riforma vengono spiegate in questo volume, dall'abc della riforma, alle nuove regole, ai trattamenti diversi: dal metodo di calcolo contributivo pro rata per tutti alla scomparsa della pensione d'anzianità, sostituita dal trattamento anticipato, fino al meccanismo che aggancia i requisiti anagrafici e contributivi alla speranza di vita.


http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-08-26/doppio-approfondimento-sole-riforma-185101.shtml?uuid=AbpwV2TG

lunedì 20 agosto 2012

Nuovo regime dei minimi e limite di 35 anni

Dal 1 gennaio 2012 è possibile accedere al nuovo regime dei minimi, mutuato dal precedente regime dei minimi con alcune ulteriori agevolazioni, fra cui innanzitutto la diminuzione dell’aliquota di imposta sostitutiva dal 20% al 5%

Dal 1 gennaio 2012 è possibile accedere al nuovo regime dei minimi, mutuato dal precedente regime dei minimi con alcune ulteriori agevolazioni, fra cui innanzitutto la diminuzione dell’aliquota di imposta sostitutiva dal 20% al 5%. Il nuovo regime è stato introdotto per favorire l’accesso, soprattutto ai giovani, nel mondo del lavoro autonomo, senza avere troppi aggravi per imposte (anche se la spesa maggiore, ovvero nel caso di imprese commerciali i contributi previdenziali fissi, non è stata ritoccata in diminuzione).

Per l’accesso al regime vi sono dei particolari requisiti e limiti, fra cui per esempio:
- Non aver avuto altra attività di impresa (o lavoro autonomo) nel triennio precedente, nello specifico se si è avuta partita iva nel triennio precedente il sistema dell’Agenzia delle Entrate blocca l’accesso al nuovo regime;
- Non superare il tetto di ricavi (fatturato) di 30.000 euro;
- Non superare il limite di 15.000 di beni strumentali in un triennio;
- Non si possono vendere beni fuori dalla CEE (ma è possibile vendere servizi e assimilati);
- Non si possono avere dipendenti.

Altri vantaggi sono l’esclusione dagli studi di settore e la non tenuta delle scritture e dei registri contabili, in un’ottica quindi di semplificazione fiscale massima.

Inizialmente era stato previsto tale regime solo per i giovani: infatti è stato posto un limite, di 35 anni per l’accesso al regime, che ha creato molta confusione. In molti infatti ritengono di non poter accedere al regime poiché hanno superato la soglia dei 35 anni, ma cerchiamo di essere più chiari e spiegare meglio questo punto: il limite di 35 anni è un limite “massimo”, nel senso che oltre tale soglia di età decadono i benefici del nuovo regime, ma solo per i soggetti che accedono al regime ad un’età inferiore (quindi ad esempio accedendo al nuovo regime ad un’età di 20 anni, sarà possibile restarvi, fermo restando i limiti, fino all’età di 35 anni); per tutti gli altri soggetti è comunque possibile accedere al regime, anche ad un’età superiore (quindi è possibile accedere anche a 50 anni, ma per un periodo massimo di 5 anni).

http://www.soldielavoro.it/guide/fisco-tasse/nuovo-regime-dei-minimi-e-limite-di-35-anni

Arriva la nuova ricetta: ora il medico indica il principio attivo, il farmacista consegna il farmaco meno caro

Arriva la ricetta del medico con l'indicazione del principio attivo al posto del del nome commerciale del farmaco. La novità è prevista dalla spending review, in vigore da Ferragosto. Vediamo cosa cambia: il medico deve indicare sulla ricetta la denominazione del principio attivo del farmaco. Questa indicazione (accompagnata dagli altri elementi identificativi del medicinale: dosaggio, forma farmaceutica e, se necessaria, via di somministrazione) è necessaria e sufficiente per ottenere la consegna, da parte del farmacista, del medicinale con onere a carico del Servizio sanitario nazionale.

Il farmacista è tenuto a fornire al paziente il medicinale con il prezzo più basso fra quelli a base del principio attivo indicato dal medico. Se più medicinali hanno il prezzo più basso, potrà essere consegnato uno qualsiasi di essi, eventualmente secondo la preferenza dell'assistito. Il paziente può comunque chiedere al farmacista un farmaco a prezzo più alto (questa possibilità era già prevista dal decreto Cresci Italia), ma in questo caso dovrà corrispondere al farmacista una somma pari alla differenza fra i due prezzi.

Il medico può indicare che il farmaco non è sostituibile

La norma (articolo 15, comma 11-bis, inserito dal Senato in sede di conversione in legge del provvedimento) prevede che il medico di medicina generale, in caso di prima diagnosi di una patologia cronica o in presenza di un primo episodio di patologia non cronica e a fronte del possibile utilizzo di più medicinali equivalenti (sono quelli non coperti da brevetto), debba indicare sulla ricetta del Ssn la denominazione del principio attivo utilizzabile, senza indicare alcun farmaco specifico. Il medico può comunque indicare un medicinale specifico a base dello stesso principio attivo: in questo caso, però, perché il farmacista prenda in considerazione la segnalazione del medico, questi deve spiegare, in maniera sintetica, i motivi che lo spingono a considerare quel determinato farmaco insostituibile. E indicare nella ricetta, per l'appunto, che il farmaco non è sostituibile.
Che cosa deve fare il farmacista

Per quanto riguarda chi sta dietro al bancone, il farmacista è sempre tenuto a sostituire il medicinale prescritto con un medicinale corrispondente di prezzo inferiore, ma ci sono tre eccezioni. La prima è quella, già presa in considerazione, che il medico dichiara nella ricetta la non sostituibilità del farmaco (aggiunge una "clausola di non sostituibilità" del medicinale specificato) . La seconda è che ci sia una diversa richiesta del paziente; il terzo caso è che non siano in commercio medicinali a prezzo più basso.

I chiarimenti del ministero: escluse terapie croniche già in corso

Il ministero della Salute ha fornito dei chiarimenti sulla ricetta con principio attivo. Le nuove regole, ha sottolineato, riguardano le prescrizioni effettuate su ricetta del Ssn per pazienti trattati per la prima volta per una patologia cronica o per un nuovo episodio di patologia non cronica (ad esempio, per un nuovo episodio di tonsillite, a distanza di tempo da altro episodio analogo). L'obiettivo è evitare che il passaggio, nel corso di una terapia già iniziata, dall'impiego di un medicinale all'altro - anche se di composizione analoga - possa determinare qualche spiacevole inconveniente.
I sindacati: trenta giorni per adeguarsi alle nuove regole

Nuove ricette con principio attivo già da ora? I medici di famiglia rispondono: no, non è così. In una lettera inviata ai suoi iscritti la Fimmg (federazione italiana medici di medicina generale), un sindacato di medicina generale, spiega che in realtà ci sono trenta giorni di tempo per adeguarsi alle novità sulle ricette: lo prevede, infatti, il contratto dei medici di medicina generale, o meglio la Convenzione con il Servizio sanitario nazionale. Il sindacato chiede al ministero di convocare un tavolo.

Le associazioni dei consumatori: in arrivo 700 milioni di risparmi

Finalmente - affermano in una nota le associazioni dei consumatori Federconsumatori e Adusbef - entra in vigore la normativa che permette anche nel nostro paese l'utilizzo dei farmaci equivalenti (ex generici) in misura maggiore di quanto fatto colpevolmente sin d'ora attraverso una pessima informazione, a volte intenzionalmente voluta. La percentuale di fruizione di questi farmaci - si legge nella comunicazione - oggi si attesta in Italia attorno un 16-18% contro quelle di altri paesi ben più elevate e con punte del 40-50%: tutto ciò - concludono le due associazioni - provoca maggiori spese e, quindi, con la nuova normativa, si potranno avere risparmi per 6-700 milioni di euro annui».
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-08-16/arriva-nuova-ricetta-medico-113730.shtml?uuid=Ab2KdEPG