giovedì 5 dicembre 2013

Banca Carige NON Rimborsa un prestito Obbligazionario (Mancano le Autorizzazioni di Banca d’Italia)

Il Bubbone Genovese continua a spurgare, oggi comunicato sibillino (Reuters)
MILANO, 2 dicembre (Reuters) – Banca Carige informa i possessori delle obbligazioni del prestito 1,50% 2003-2013 subordinato ibrido con premio al rimborso convertibile in azioni ordinarie che non è pervenuto dalla Banca d’Italia il nulla osta necessario per procedere al rimborso – alla data di scadenza del 5 dicembre – dei 3,95 milioni di titoli residui.
Pertanto, si legge in un avviso, le obbligazioni continueranno a maturare interessi al tasso annuo lordo dell’1,50% con pagamento annuale posticipato al primo gennaio di ogni anno successivo alla data di scadenza (gli interessi relativi al 2013 saranno quindi pagati l’1 gennaio 2014) e la banca provvederà a richiedere nuovamente a Bankitalia il nulla osta al rimborso in coincidenza con la scadenza di ciascuna singola data di pagamento degli interessi.
Francamente dal comunicato non si capisce dove stia il problema ovvero:
PERCHE’ BANCA d’ITALIA NON HA RILASCIATO LE NECESSARIE AUTORIZZAZiONI AL RIMBORSO?
Siamo sicuri che presto, molto presto saremo illuminati.
E mi raccomando eh. Tutto in banca, anzi tutto in Carige.
p.s. qualcuno ha una spiegazione. Pleaze.

http://www.rischiocalcolato.it/2013/12/banca-carige-non-rimborsa-un-prestito-obbligazionario-mancano-le-autorizzazioni-di-banca-ditalia.html

giovedì 28 novembre 2013

Casa: prelievo fino allo 0,6% per l’abitazione principale, invariato per la seconda casa

Nel 2014 le prime case pagheranno (oltre alla Tari) la Tasi con un’aliquota dall’1 al 2,5 per mille. Le seconde case invece continueranno a pagare l’Imu a cui si aggiungerà la Tasi



TASSA SULLA PRIMA CASA - Nel giro di un paio d’anni le tasse sulla casa, anche su quella di abitazione, come scrive il Corriere.it, torneranno al livello del 2012, il primo anno dell’Imu, quello della “stangata”. Insomma, l’esenzione della tassa sulla prima casa è solo per quest’anno: dal prossimo anno si tornerà a pagare. E dal 2015 il gettito delle imposte sulla casa d’abitazione sarà lo stesso di quello del 2012, forse appena un po’ più alto

LA TASI - In sostanza cambiano i nomi ma non il concetto. Non più Imu, ma Tasi, e con aliquote che potranno andare da zero (grazie alle detrazioni per 500 milioni che i comuni saranno liberi di articolare a piacimento) allo 0,25%. Un tetto che non è previsto nel 2015, quando verranno meno anche le detrazioni (lo stanziamento di bilancio non c’è): la Tasi potrà oscillare da un minimo dello 0,1 ad un massimo dello 0,6%.

LA SECONDA CASA - Per le seconde case, invece, non cambierà praticamente nulla. Tra Imu e Tasi il prelievo del 2014 oscillerà da un minimo dello 0,46% ad un massimo dell’1,06%. L’unica differenza riguarda le seconde case, non locate e ubicate nel medesimo comune della casa d’abitazione, con l’ Irpef sul 50% del loro reddito fondiario, che scatterà a partire dal 2013, e che vale, a regime 300 milioni l’anno (500 il prossimo anno). Ma molto dipenderà dalle decisioni di ogni sigolo Comune.

http://consulenza.soldiweb.com/notizie/casa-prelievo-fino-allo-0-6%25-per-l’abitazione-principale-invariato-per-la-seconda-casa#.UpcBbaWbI5w

lunedì 30 settembre 2013

Disoccupati, c'è ancora un mese per evitare la beffa dei rimborsi fiscali


Chi ha perso il lavoro nel 2012 e vanta crediti con il fisco, in base al decreto del Fare potrà utilizzare il 730 invece che il modello Unico: un'opzione che consente di ridurre da oltre due anni a un paio di mesi i tempi per ottenere i rimborsi. Ma a tutt'oggi hanno usufruito dell'agevolazione solo 140mila contribuenti sul totale di quasi mezzo milione stimato dall'Agenzia delle entrate. Soprattutto per un problema di informazione e comunicazione. La scadenza spostata dal 30 settembre al 25 ottobre

di AGNESE ANANASSO
Il governo prima della crisi ha fatto in tempo a varare un provvedimento che pensa ai disoccupati in modo concreto e immediato. Dal 22 agosto è entrata in vigore la norma del decreto del Fare che rende possibile recuperare i crediti Irpef nei confronti dello Stato in tempi rapidi, compilando cioè per la dichiarazione dei redditi relativi al 2012 il modello 730 anziché il modello Unico, come è avvenuto finora. Qual è il vantaggio? Prima dell’entrata in vigore della norma, presentando l’Unico il disoccupato senza nuovo impiego avrebbe dovuto aspettare almeno due anni prima di incassare eventuali rimborsi, dovendo sottostare a lunghe e inutili lungaggini burocratiche. Con il 730 invece i tempi si accorciano nettamente, scendendo a un paio di mesi. Un provvedimento necessario per dare una boccata di ossigeno a chi sta annegando nella disperazione della disoccupazione. Si tratta di una novità importante, arrivata dopo l’allarme lanciato dai Caf, che va a modificare una stortura del nostro sistema fiscale.

Il provvedimento però è stato sfruttato ancora da pochi aventi diritto, come denunciano i centri di assistenza fiscale. Nella finestra che si è aperta dal 2 al 30 settembre per usufruire di questa possibilità,  i Caf hanno elaborato solo 120mila pratiche, un terzo delle 400mila potenziali. Pochissime. "Stiamo contattando i nostri utenti di Unico che hanno i requisiti per passare al 730, ma perché questa opportunità non vada sprecata è fondamentale far arrivare l'informazione al maggior numero possibile di interessati - dice Valeriano Canepari, coordinatore della Consulta dei Caf - . Probabilmente ha influito anche il fatto che la notizia di questa novità sia arrivata a ridosso del mese di agosto, e quindi può darsi che pochi contribuenti abbiano avuto l'informazione e si siano attivati già a inizio settembre. Perciò continueremo a elaborare il 730 anche oltre la scadenza annunciata del 30 settembre, in considerazione del termine ultimo fissato per la trasmissione telematica delle pratiche all'Agenzia delle Entrate da parte dei Caf, che è il 25 ottobre, allargando quindi la finestra per il 730 anti crisi".

Oltre ai Caf ci si può rivolgere anche a intermediari abilitati alla compilazione e all’invio del 730, come consulenti del lavoro, commercialisti, patronati... Possono compilare il 730 invece dell’Unico solo coloro che hanno perso il lavoro nel 2012 senza trovarne un altro e che quindi non hanno più il sostituto d’imposta che gli versi il rimborso in busta paga. Anche chi ha già compilato l’Unico può ripresentare la dichiarazione usando il 730, facendosi annullare l’Unico dal Caf o dal professionista che ne ha effettuato l’invio. Per ridurre ulteriormente i tempi di attesa si può indicare il proprio codice bancario (Iban) all’Agenzia delle Entrate utilizzando il modulo scaricabile dal sito dell’amministrazione stessa (www.agenziaentrate.it). In questo modo l’accredito arriverà direttamente sul conto corrente bancario o postale. 


http://www.repubblica.it/economia/2013/09/29/news/disoccupati_c_ancora_un_mese_per_evitare_la_beffa_dei_rimborsi_fiscali-67521443/?ref=HREC2-2

lunedì 2 settembre 2013

Con la stretta sulle polizze vita sale l'Irpef: sei milioni pagheranno 200 euro in più l'anno


L'articolo del decreto assicura parte delle coperture al taglio Imu e per gli esodati. L'aggravio fiscale riguarderà in particolare i redditi fino a 55mila euro lordi. Tutti gli effetti del dimezzamento della detrazione sulle assicurazioni. Visco: il calo del debito non impone tagli perenni ai conti

di V. CONTE e R. MANIA
ROMA - Meno Imu, più Irpef. Per cancellare l'imposta sulla casa (per ora solo la prima rata), il governo farà salire quella sui redditi. Almeno per 6 milioni e 300 mila italiani che pagheranno 125 euro in più di Irpef sul 2013. E ben 201 euro sul 2014. Un salasso inatteso che sconfessa la filosofia "tax free", sbandierata in conferenza stampa da Letta e Alfano. "La copertura del decreto Imu è stata gestita senza alzare le tasse", aveva detto il premier. "È un provvedimento tax free che non porta altre tasse", si esaltava il suo vice. Così non è. Purtroppo. E a rimetterci sarà soprattutto il ceto medio, visto che la maggior parte di questi italiani, tartassati a sorpresa, ovvero il 90% di quei 6,3 milioni di contribuenti, è sotto i 55 mila euro lordi annui. E il 54% sotto i 26 mila euro. Tra loro, quattro milioni di lavoratori dipendenti e un milione e 300 mila pensionati.

L'ARTICOLO 12
Il guaio è nascosto nell'articolo 12 del decreto Imu, in vigore da sabato scorso. Lì si dimezza per quest'anno "il limite massimo di fruizione" per detrarre dall'Irpef il 19% dei premi di assicurazione sulla vita, contro gli infortuni e la non autosufficienza. Se fino ad oggi quel tetto era di 1.291 euro, per il 2013 diventa 630 euro. E addirittura 230 euro dal 2014 in poi. Appena un quinto. Tra l'altro l'operazione è ancora una volta retroattiva e dunque in violazione dello Statuto del Contribuente, una legge dello Stato che impone la valenza solo per il futuro delle norme fiscali. Che cosa significa in concreto? Se fino a pochi mesi fa - nella dichiarazione dei redditi di maggio - al rigo E12 del 730 si poteva "scalare" dall'imposta sui redditi un massimo di 245 euro (il 19% del vecchio tetto), dal prossimo maggio quel rigo potrà contenere al più 120 euro. E dal 2015 appena 44 euro. Con la conseguente impennata dell'Irpef.

CHI CI RIMETTE

Secondo gli ultimi dati disponibili, quelli delle dichiarazioni 2012 (dunque riferite ai redditi 2011), oltre sei milioni di italiani usufruiscono di questo vantaggio fiscale che costa allo Stato 685 milioni l'anno. Per di più vivono al Centro-Nord, oltre un milione nella sola Lombardia, mezzo milione ciascuno in Piemonte e Lazio. Un bonus che Vieri Ceriani - ex sottosegretario all'Economia con Monti e ora ascoltatissimo consigliere di Saccomanni - inseriva tra le "misure a rilevanza sociale" nell'ormai famoso Rapporto sull'erosione fiscale del 2011. "L'agevolazione esiste perché riduce l'intervento del welfare pubblico", conferma Dario Focarelli, direttore generale dell'Ania (assicurazioni). "Un domani, dovesse succederti qualcosa, peserai di meno sulle casse pubbliche. Ma l'effetto di questa norma, che giudichiamo estremamente negativa, si abbatterà soprattutto su chi vuole assicurarsi, sui cittadini". Su 65 miliardi totale di premi, il ramo della protezione ne vale 4. E chi vi ricorre lo fa non tanto come opzione di risparmio (in passato era così), quanto proprio per lasciare un capitale ai propri cari in caso di morte, infortunio o handicap grave. È vero che spesso questi prodotti sono abbinati alla previdenza integrativa. Ma ne sono del tutto svincolati e scelti a prescindere.

IL NODO COPERTURE
Il problema ora è tutto politico. Il bilancio dello Stato è veramente al limite. Lo si è visto nel tira e molla dei giorni scorsi sulle coperture al decreto Imu. Alla fine, per non spaventare Bruxelles e assicurare che il 3% del rapporto tra deficit e Pil non sarà valicato ancora, il governo ha pure messo una clausola di salvaguardia con il possibile aumento di acconti delle imprese (Ires e Irap) e delle accise (benzina inclusa). Il taglio alle detrazioni sulle polizze vale moltissimo: 458 milioni nel 2014, 661 milioni nel 2015, 490 milioni dal 2016. Un'enormità. Non facile da rimpiazzare. Se ne riparlerà durante l'iter di conversione parlamentare del decreto. Ieri il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, ha ammesso che i tagli ai conti pubblici sono recessivi, eppure hanno "contribuito a evitare scenari peggiori, a contenere e ridurre gli spread e a scongiurare nuove crisi di liquidità". Ma poi ha aggiunto che non saranno "permanentemente restrittivi". Non saranno cioè perenni.

http://www.repubblica.it/economia/2013/09/02/news/irpef_piu_cara-65715507/?ref=HREC1-4

lunedì 29 luglio 2013

Fondo di solidarietà per i mutui per l'acquisto della prima casa


Il Fondo di solidarietà per i mutui per l'acquisto della prima casa è stato istituito, presso il Ministero dell'Economia e delle Finanze, con la Legge n. 244 del 24/12/2007 che all'art. 2, commi 475 e ss., ha previsto la possibilità, per i titolari di un mutuo contratto per l'acquisto della prima casa, di beneficiare della sospensione del pagamento delle rate al verificarsi di situazioni di temporanea difficoltà.

Il Fondo rifinanziato dal Decreto “Salva Italia” – sostiene i costi relativi agli interessi maturati sul debito residuo durante il periodo della sospensione. In pratica il Fondo ripagherà alla banca il tasso di interesse applicato al mutuo con esclusione della componente di “spread”.

La domanda di sospensione va effettuata direttamente presso la banca con la modulistica ufficiale aggiornata che di volta in volta viene resa disponibile sia su questo sito (www.dt.tesoro.it) sia sul sito di Consap Spa (www.consap.itCollegamento a sito esterno).

La banca – effettuati gli adempimenti di competenza – inoltra l’istanza a CONSAP che, verificati i presupposti, rilascia il nulla osta alla sospensione del pagamento delle rate del mutuo. La banca, acquisito il nulla osta di CONSAP, comunica all’interessato la sospensione dell’ammortamento del mutuo.
Il Fondo, finanziato dal MEF e gestito dalla CONSAP Spa, ha consentito, alla fine del 2012, la sospensione di circa 6.000 mutui. Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito della CONSAP all'indirizzo www.consap.itCollegamento a sito esterno.

Come fare richiesta e quali sono i requisiti

Il Regolamento di cui al Decreto del Ministro dell’economia e delle finanze n. 37 del 22 febbraio 2013 (pubblicato nella G.U.R.I. n. 86 del 12 aprile 2013) ha modificato la normativa di attuazione del Fondo di solidarietà per i mutui per l’acquisto della prima casa, già istituito con la legge n. 244/2007 (art. 2, comma 475 e ss) in considerazione della recente rivisitazione condotta dalla legge 28 giugno 2012 n.92 (art. 3, commi 48 e 49).
Per informazioni sui nuovi requisiti di accesso al beneficio e modalità di presentazione della domanda
scarica la Scheda informativa 2013

Modulistica

  • Modulo Richiesta Sospensione mutuo aggiornato al 27 aprile 2013. (Scarica il modulo)
  • Il vecchio modulo 2012 non è più valido. Le domande presentate con la vecchia modulistica non potranno essere accettate

Normativa



http://www.dt.tesoro.it/it/doc_hp/fondomutuipc.html

Da settembre le assicurazioni devono garantire un'area riservata online


A partire dal 1° settembre 2013, i consumatori che stipulano una polizza di assicurazione potranno chiedere l'attivazione, nel sito internet della loro impresa di assicurazione, di un'area riservata, a cui accedere con modalità protetta, per consultare in tempo reale la propria posizione assicurativa, verificare le coperture in corso e le relative scadenze dei premi, conoscere il valore di riscatto della propria polizza vita o il valore delle prestazioni nel caso di prodotti assicurativi a contenuto finanziario, consultare e scaricare l'attestazione sullo stato del rischio per la polizza Rc auto e ricevere alcune comunicazioni periodiche da parte dell'assicuratore.

A stabilirlo è il provvedimento in materia di "home insurance" pubblicato dall'Ivass (l'Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni) dando attuazione all'articolo 22, comma 8, del decreto legge 18 ottobre 2012, n.179 recante "Ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese".
Tale norma prevede che l'Ivass disciplini le modalità attraverso cui le imprese di assicurazione autorizzate all'esercizio dei rami danni e vita, nell'ambito dei
requisiti organizzativi di cui all'articolo 30 del Codice delle assicurazioni, prevedono nei
propri siti internet apposite aree riservate a ciascun contraente, tramite le quali sia possibile consultare le coperture assicurative in essere, le condizioni contrattuali sottoscritte, lo stato dei pagamenti e le relative scadenze e, limitatamente alle polizze vita, i valori di riscatto e le valorizzazioni aggiornate.
Il Provvedimento dell'Ivass delinea i contenuti delle aree riservate ai clienti e le modalità di accesso, dettando principi di correttezza e trasparenza e lascia alle singole imprese la libertà di mettere a disposizione dei clienti funzioni ulteriori, come ad esempio la facoltà di procedere online al pagamento del premio assicurativo.
L'home insurance mira a semplificare e velocizzare, mediante il ricorso allo strumento tecnologico, il rapporto con l'impresa di assicurazioni che diventa più immediato e trasparente, grazie anche alla possibilità di accedere alle informazioni in qualsiasi momento.

mercoledì 10 luglio 2013

Verifica online dei contributi Inps


Collegandosi dal proprio ufficio al sito internet dell'Inps, l'incaricato aziendale o l'intermediario abilitato potranno verificare la posizione contributiva e, se sono presenti anomalie, procedere al versamento, per regolarizzare. Sempre online, comunicheranno gli estremi del versamento, stamperanno la regolarità contributiva e indicheranno l'indirizzo Pec del soggetto che riceverà il certificato di regolarità contributiva. Il tutto in pochissimo tempo, senza inutili passaggi di dati.
Fantascienza o realtà? Forse il cammino intrapreso dall'Inps e annunciato ieri mattina nel corso di una videoconferenza che ha collegato tutte le sedi territoriali dell'istituto, va verso questa direzione. Dal prossimo 22 luglio tutte le aziende direttamente o tramite il proprio consulente, potranno verificare la propria regolarità/irregolarità contributiva.
I parametri di consultazione sono gli stessi utilizzati dall'istituto quando l'azienda richiede il Durc. Si potranno monitorare tutte posizioni che il soggetto ha in essere presso l'Inps e per cui è previsto l'obbligo di versamenti contributivi. Gli archivi che si potranno controllare saranno quelli dell'Uniemens, della gestione separata – che interessa, in particolare, i committenti – nonché il data base dei lavoratori autonomi iscritti alla gestione degli artigiani e dei commercianti. Il controllo verrà eseguito tramite il codice fiscale immesso. Per l'agricoltura non sarà possibile ottenere la situazione di regolarità ma il sistema si limiterà a segnalare la presenza di una posizione contributiva della gestione agricola.
Dalle informazioni che l'istituto ha fornito nel corso della videoconferenza, emerge che la fase più interessante e importante dell'intera nuova procedura è rappresentata dall'esito dell'accesso. L'azienda potrà prendere atto immediatamente delle eventuali scoperture che inficiamo il rilascio del Durc. Si prevede che in caso di irregolarità, per ogni singola posizione o gestione coinvolta, venga rilasciato un dettaglio delle partite debitorie che hanno generato l'esito di irregolarità. Possiamo immaginare che la verifica possa essere eseguita prima ancora di richiedere il documento di regolarità contributiva appurando così che al momento della richiesta, non vi sono elementi ostativi al suo rilascio.
Le informazioni a cui il contribuente può accedere e l'eventuale stampa del report non potranno, tuttavia, sostituire il Durc che – per il momento – continuerà a essere cartaceo e spedito direttamente all'azienda richiedente. Su questo punto l'Inps ha affermato che si sta lavorando per realizzare il più ampio progetto denominato "Durc online", di cui la fase di accesso alla posizione contributiva costituisce solo un primo tassello la cui concretizzazione richiede l'apporto anche dell'Inail e delle Casse edili. L'eventuale utilizzo della procedura in anticipo (se ciò sarà confermato), rispetto alla richiesta del certificato, potrà abbattere i tempi morti del rilascio del Durc (si pensi per esempio ai 15 giorni messi attualmente a disposizione dell'azienda, per regolarizzare).
Se il nuovo servizio consentirà all'azienda di conoscere preventivamente la propria posizione e all'eventuale anomalia, presente negli archivi dell'istituto, non corrispondesse una vera e propria irregolarità (per esempio per un tardivo aggiornamento dei dati) l'utente potrà intervenire in anticipo e avvalendosi del cassetto previdenziale chiedere il ripristino della regolarità.

mercoledì 3 luglio 2013

L'Europa taglia i costi del roaming Telefonini e Internet meno cari


Risparmi del 17% sulle chiamate e del 36% per navigare sul Web
ROMA, 3 luglio 2013 - USARE il telefonino in altri Paesi dell’Unione europea, dal primo luglio, costa meno. Esattamente, tra il 12 e il 36% in meno, a seconda che si chiami o si navighi su internet. È l’effetto dei nuovi tetti della cosiddetta ‘Eurotariffa’, la tariffa agevolata per il roaming all’interno dei confini Ue, appena entrata in vigore in seguito a un intervento della Commissione europea.
L’obiettivo di lungo periodo, per la verità, sarebbe ancora più ambizioso. La Commissione, infatti, vorrebbe eliminare definitivamente, dentro i confini europei, il cosiddetto ‘roaming internazionale’, il servizio che permette a tutti i possessori di un cellulare, quando sono all’estero, di fare e ricevere telefonate, mandare messaggi e navigare su internet, seppure a carissimo prezzo. L’ambizioso scopo dell’esecutivo comunitario è operare il taglio entro la fine del 2014. Intanto, però, si sta procedendo a una decisa potatura delle tariffe.

IL RISPARMIO appena materializzatosi per i cittadini nasce dai nuovi tetti imposti dall’Unione europea all’interno dei suoi confini. Dal primo luglio chiamare costa 24 centesimi di euro al minuto (prima erano 29), ricevere telefonate costa al massimo sette centesimi al minuto (prima erano 8), mandare sms non potrà costare più di otto centesimi (prima erano nove) e navigare su internet avrà un prezzo di 45 centesimi per ogni megabyte scaricato (prima erano 70).
I risparmi sono sostanziosi. Chiamare, di fatto, costerà il 17% in meno mentre per ricevere telefonate si risparmierà il 12%. Per andare su internet, addirittura, la tariffa si alleggerirà quasi del 36% complessivo. Anche se vanno considerati alcuni limiti di questa novità. Il primo è che nulla cambia per i Paesi fuori dall’Unione europea. In quel caso i clienti restano nel mare aperto del mercato.
L’altro punto importante da comprendere è che l’Eurotariffa si applica in automatico a tutti ma non è per forza l’offerta più conveniente. Quindi, se ci si vuole accontentare dei massimali imposti dall’Ue, non si dovrà fare nulla. Ciascun operatore, però, ha la possibilità di offrire tariffe di roaming speciale, sganciate dai limiti europei, per le quali è richiesto un consenso esplicito. Queste possono essere più basse rispetto all’Eurotariffa, magari solo per qualche Paese, ma ogni cliente dovrà fare le proprie valutazioni in base alle sue esigenze.

VA, INFINE, considerato l’effetto positivo che deriverà dall’ingresso della Croazia nell’Unione europea. Il Paese, infatti, da diversi anni è meta d’elezione di molti turisti italiani. Che, già oggi, pagheranno molto meno per usare il cellulare oltre confine. Rispetto alle vecchie tariffe, telefonate e messaggi saranno quasi dieci volte più convenienti, mentre per il traffico dati il risparmio sarà di quindici volte.

http://qn.quotidiano.net/primo_piano/2013/07/03/913692-europa_taglia_costi_roaming.shtml

lunedì 10 giugno 2013

Vuoi comprare casa? Aspetta ancora qualche mese

Secondo uno studio della società specializzata Nomisma, tra un po' il credito ripartirà e le banche offriranno più mutui


CAUTO OTTIMISMO - Secondo Nomisma, la crisi del settore creditizio italiano è ormai agli sgoccioli e la ripresa dovrebbe cominciare a momenti. Lo riporta il sito Immobiliare.it, secondo cui la risalita nel numero e negli importi dei finanziamenti concessi per l’acquisto di immobili avverrà per Nomisma già nella seconda metà dell’anno in corso. La notizia, presentata nel corso della rassegna Eire in svolgimento a Milano, ha suscitato non poche reazioni, anche perché stando a quanto riferisce Immobiliare.it la percentuale dichiarata (7,6%), se effettivamente reale, darebbe finalmente ossigeno a un settore in gravissima sofferenza.

LE RAGIONI - Scorrendo i numeri del rapporto sulla finanza immobiliare 2013, il quarto creato da Nomisma in collaborazione con l’Università Lum, si evidenzia che nel 2012 le compravendite immobiliari connesse alla concessione di un mutuo sono diminuite del 38,6% rispetto all’anno precedente, situazione non affatto mutata neanche nel primo semestre del 2013. Da dove allora tanto ottimismo? Secondo l’analisi saranno molte le variabili che entreranno in gioco, ma la loro attività congiunta porterà a un incremento nelle erogazioni, durante il quarto trimestre, tale da raggiungere il famoso 7,6%. E milioni di italiani aspettano, conclude Immobiliare.it, augurandosi che Nomisma ci abbia azzeccato ancora una volta.


http://consulenza.soldiweb.com/notizie/vuoi-comprare-casa-aspetta-ancora-qualche-mese#.UbV_z5XGhiB

venerdì 24 maggio 2013

Polizze auto e bonus sui lavori in casa, ecco gli errori da evitare nel 730

Polizze auto e ristrutturazioni edilizie: sono due voci su cui prestare molta attenzione nel 730/2013. Per i contribuenti che hanno scelto di presentare il modello a Caf e professionisti abilitati e devono rispettare la scadenza ora prorogata al 10 giugno, questi due aspetti vanno monitorati perché presentano differenze rispetto allo scorso anno.
Attenzione in particolare alle ristrutturazioni edilizie (articolo 16-bis del Tuir) effettuate nel periodo che va dal 25 giugno 2012 fino al 30 giugno 2013 , per le quali la detrazione aumenta al 50% (rispetto al 36%) di una spesa anch'essa elevata a 96mila euro (rispetto a 48mila euro). Stessi criteri anche per l'acquisto di un immobile ristrutturato e per gli immobili oggetto di ripristino a seguito di eventi calamitosi. 
Un'ulteriore novità riguarda l'introduzione della franchigia di 40 euro relativa alla deduzione del contributo sanitario obbligatorio versato insieme al premio dell'assicurazione auto. 

Conta quanto si è speso 
Il criterio da seguire per far valere in dichiarazione le spese riconosciute deducibili e/o detraibili è quello "di cassa", in funzione del quale va fatto riferimento esclusivamente all'anno in cui esse sono pagate. Pertanto, una rata della retta universitaria versata a gennaio 2012, ma riguardante l'anno accademico 2010/2011 va detratta dall'imposta risultante dal reddito 2012 (dichiarazione 2013). Qualora l'entità della detrazione sia superiore all'imposta lorda, l'eccedenza non beneficiata verrà persa (analoghe conseguenze si verificano nell'ambito degli oneri deducibili per un reddito incapiente). Fanno eccezione le spese sanitarie che superino complessivamente nell'anno l'importo di 15.493,71 euro; nel qual caso potranno essere detratte in quattro quote annuali (lettera c dell'articolo 15 del Tuir).

Le spese per i familiari 
Molte spese sono detraibili/deducibili anche se sostenute a favore di soggetti legati da rapporti di parentela con il contribuente. Sono qualificati familiari in senso stretto il coniuge non legalmente separato ed i figli, mentre rientrano nel novero di "altri familiari" il coniuge legalmente ed effettivamente separato, i discendenti dei figli, i genitori (compresi adottivi e naturali), generi e nuore,suocero e suocera, fratelli e sorelle, nonni e nonne (compresi quelli naturali). Affinché tutti questi soggetti possano essere considerati fiscalmente a carico non devono essere titolari di un reddito complessivo lordo superiore a 2.840,51 euro. Tuttavia per coloro che rientrano nella categoria di "altri familiari" è richiesta l'ulteriore condizione che convivano con il contribuente oppure in alternativa ricevano da questi assegni alimentari non disposti dall'autorità giudiziaria. È importante evidenziare che dal 2012 nella determinazione del reddito complessivo del familiare per essere considerato fiscalmente a carico, non va più considerata la rendita catastale derivante dall'abitazione principale e dagli altri immobili non locati, atteso l'effetto sostitutivo dell'Irpef e relative addizionali introdotto dall'Imu. Significativa è, in proposito, la diversificazione fatta, nel 730-3, fra il rigo 137, ove va indicato il reddito complessivo e i righi 147 e 148 riferiti ai soli redditi fondiari i quali - specificano le istruzioni alla dichiarazione - assumono rilievo unicamente nell'ambito di prestazioni previdenziali e assistenziali. La condizione di familiare fiscalmente a carico del contribuente (a differenza delle spese richieste in detrazione/deduzione) non va comprovata mediante documentazione al Caf/professionista che presta l'assistenza (circolare 15/E/2005), ma eventualmente soltanto autocertificata dall'interessato. Infine, è importante rilevare che la detrazione/deduzione delle spese spetta al contribuente anche se questi non beneficia delle detrazioni per carichi di famiglia di cui all'articolo 12 Tuir. È il caso, per esempio, di genitori separati il cui figlio è affidato esclusivamente ad uno di essi: in questa evenienza l'altro genitore potrà comunque beneficiare fiscalmente, nell'intera misura, delle spese sostenute a favore del figlio stesso.

http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2013-05-23/polizze-auto-bonus-lavori-203714.shtml?uuid=AbkJ8cyH

martedì 7 maggio 2013

Ecco quanto sarà il risparmio per le famiglie italiane dopo il taglio dei tassi della Bce

Secondo lo studio della Cgia di Mestre la riduzione degli interessi comporterà un risparmio di 1,23 miliardi di euro all’anno. Per le imprese sarà invece di ben 2,39 miliardi euro


I VANTAGGI ECONOMICI - “Finalmente un po’ di ossigeno per le famiglie e le imprese italiane. Con la decisione della Bce di ridurre il tasso ufficiale di sconto di 0,25 punti, i risparmi complessivi ammonteranno a 3,63 miliardi di euro all’anno”. Lo ha affermato il segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi. L’ufficio studi dell’associazione, dopo aver esaminato la situazione debitoria delle famiglie e delle imprese italiane, ha spiegato che per le famiglie, la riduzione degli interessi comporterà un risparmio di 1,23 miliardi di euro all’anno; per le imprese, il vantaggio sarà di ben 2,39 miliardi euro.

IL RISCHIO DELLE BANCHE - “È bene precisare” ha aggiunto Bortolussi, “che la riduzione del tasso di interesse stabilito dalla Banca centrale europea potrebbe non tramutarsi in una corrispondente contrazione del costo del denaro nel nostro Paese. Pertanto, i risparmi in capo alle famiglie e alle aziende da noi calcolati potrebbero essere sovrastimati”. Il risparmio ci sarà infatti se anche le banche, per effetto domino, aumenteranno l'erogazione del credito.

LE DIFFERENZA REGIONALI – Sempre secondo lo studio saranno le famiglie lombarde a ricevere i maggiori benefici: a fronte di un debito di 111,2 miliardi di euro, il risparmio medio annuo ammonterà a 64 euro. Seguono quelle del Lazio che, con una esposizione di 60,2 miliardi, avranno un risparmio medio annuo di 58 euro, mentre al terzo posto di questa particolare graduatoria si piazzano quelle del Trentino Alto Adige.
 
http://consulenza.soldiweb.com/notizie/ecco-quanto-sara-il-risparmio-per-le-famiglie-dopo-il-taglio-dei-tassi-della-bce#.UYik25XRwSN

venerdì 12 aprile 2013

Dieci consigli utili per farsi concedere un mutuo


Ecco alcuni semplici consigli che possono aiutare l'aspirante mutuatario a stipulare un mutuo low cost anche in tempi di crisi.
1) Non limitarsi a chiedere il mutuo presso la banca presso cui si ha il conto corrente, perché gli istituti di credito cambiano di trimestre in trimestre la strategia sui mutui. Quindi, se una banca ha un'offerta competitiva in un periodo dell'anno non è detto che la mantenga anche in seguito. E, soprattutto, non è detto che la banca più competitiva sul mercato sia proprio quella presso cui si detiene il conto corrente.
2) Per questa ragione è bene cercare le migliori offerte costantemente sia online (attraverso portali che offrono servizi di intermediazione) che allo sportello. Oppure rivolgendosi a un mediatore creditizio qualificato che operi in totale assenza di conflitto di interessi ed è in grado di presentare un bouquet di offerte realmente variegato e non limitato a 4-5 banche preferenziali. Come spesso accade le possibilità di risparmiare online sono maggiori anche quando si tratta di mutui. Perché è vero che c'è un intermediario in più (il broker online) ma è anche vero che questi consente all'istituto di credito di risparmiare una serie di costi tali per cui alla fine in molti casi è in grado di proporre un'offerta più bassa, a parità di banca, di quanto avviene allo sportello.
3) Scegliere il tasso in base alla propria propensione al rischio. Quindi chi ha paura di non dormire sonni tranquilli temendo fluttuazioni del tasso variabile dovrebbe valutare l'ipotesi di un fisso, ma solo se questo è competitivo e non troppo distante dal tasso della Bce (che in questo momento è fissato allo 0,75%). Va però tenuto conto che in Italia le banche utilizzano il piano di ammortamento alla francese, che prevede il pagamento della maggior parte degli interessi nei primi anni del piano di ammortamento. Ed è questo il motivo per cui il tasso variabile quasi sempre vince il confronto della convenienza, perlomeno in partenza, con il mutuo a tasso fisso. Molti esperti convergono che l'importante è partire con un tasso aggressivo nei primi anni in modo tale da risparmiare un gruzzolo importante che potrebbe essere eventualmente utilizzato in caso di un eccessivo rialzo dei tassi (peraltro poco probabile in tempi di contrazione economica).
4) Uno dei vantaggi paradossali, lato mutui, che emergono da questa crisi è che i tassi di interesse europei e gli Euribor (gli indici agganciati al calcolo dei mutui variabili) sono ai minimi di tutti i tempi e vicino a quota 0. Ne consegue che il variabile oggi in partenza costa circa il 2-2,5%% in meno rispetto al fisso. Un elemento da tenere conto nella scelta del tasso.
5) Considerare il mutuo come una sorta di investimento attivo e, come tale, essere pronti a rivederlo nel corso del tempo attraverso operazioni di rinegoziazione (con la propria banca), surroga (con un altro istituto). Essendo un contratto poliennale non è detto che le condizioni firmate in un determinato momento storico siano anche le migliori in seguito. Per questo motivo bisogna cambiare mentalità. Ed essere pronti nel corso del tempo a rimodulare il contratto per evitare che il mutuo perfetto si trasformi negni anni in un mutuo pigro.
6) Fare molta attenzione ai costi. Non esiste solo lo spread. Ma il contratto di mutuo annovera un'ampia gamma di costi (dalle spese di perizia a quelle di incasso rata fino ad altri costi meno visibili). Per questo motivo il confronto tra le offerte va effettuato esclusivamente sulla base del Taeg (Tasso annuo effettivo globale) contenuto nel modello Esis (European standardised sheet) che calcolo il preventivo sulla richiesta personale e non su dati generici (come avviene nel foglio informativo).
7) Fare attenzione alle polizze assicurative Cpi (Credit protection insurance) e sulla vita che vengono proposte da molte banche per coprire il pagamento delle rate in caso di perdita del posto di lavoro o morte. In molti casi, e in questa fase di crisi più che mai, questi prodotti rappresentano la prima fonte di guadagno per gli intermediari che offrono un mutuo. Quindi il costo del premio unico (solitamente accorpato al finanziamento e quindi aggiunto alla rata) può essere più elevato rispetto alle stesse polizze sottoscritte all'esterno da compagnie assicurative. Quindi anche in questo caso sarebbe bene effettuare un confronto con quanto propone il mercato, se proprio si decide di stipulare una di queste polizze che restano facoltative.
8) Fare attenzione alla data di stipula. È quello il momento in cui la banca effettivamente presta i soldi. E da quel giorno comincia il pagamento degli interessi per il mutuatario. Se possibile, è opportuno fare in modo che la data di stipula sia il più vicina possibile a quella dell'avvio del piano di ammortamento (e quindi del pagamento della prima rata). Perché nel periodo che va dalla stipula al pagamento della prima rata si pagano (tecnicamente a vuoto) interessi di pre-ammortamento.
9) Fare attenzione al valore dell'ipoteca. Molti istituti iscrivono un'ipoteca pari al 200% del valore dell'immobile, altri al 150%. La differenza non è di poco conto dato che la parcella notarile viene calcolato non sul prestito ma sul valore ipotecato.
10) Contrattare le condizioni con l'intermediario che offre il mutuo. I contratti non sono rigidissimi e consentono, spesso, margini di contrattazione sia sullo spread che sulle spese accessorie.

venerdì 5 aprile 2013

Incontro a Lucca con la Società di Gestione Pictet !

Incontro il 15 Aprile a Lucca con la Società di Gestione Pictet !

Presso l'Hotel Guinigi sulla via Romana alle ore 18.00

Il numero di posti è limitato, si prega quindi di confermare il proprio interesse alla partecipazione.

Tema dell'incontro:

Pianificare una Rendita Mensile 
attraverso la diversificazione la selezione degli investimenti

Qualche notizia sulla Società Pictet:



Pictet, con sede a Ginevra, è considerata una delle maggiori banche di gestione patrimoniale indipendenti d’Europa. La Banca distribuisce in tutto il mondo una vasta gamma specializzata di oltre 100 fondi di investimento, molti dei quali sono stati premiati da primarie pubblicazioni del settore e agenzie di rating per le loro performance. 

La gamma di fondi Pictet, autorizzati alla distribuzione in più di 20 Paesi, spazia dai tradizionali fondi del mercato monetario ai fondi alternativi e ai veicoli di investimento più aggressivi quali i prodotti tematici o dei mercati emergenti. I fondi sono gestiti principalmente da team di investimento interni, ma alcuni prodotti selezionati sono affidati a gestori esterni. 

Integrando e controllando l’intera catena del valore, dal lancio del fondo alla gestione giornaliera, Pictet beneficia di efficienze che consentono alla Banca di offrire ai clienti prodotti della massima qualità. 

Il patrimonio dei fondi di investimento Pictet supera attualmente i 120 miliardi di franchi svizzeri e registra un tasso di crescita del 25% annuo dal 1998

La divisione istituzionale della Banca si avvale di oltre 200 professionisti dell’investimento e punta a generare valore per i propri clienti attraverso un forte impegno e competenze specialistiche. Lo spirito imprenditoriale e il know-how finanziario dei nostri professionisti creano una combinazione vincente. 

Le persone che stanno dietro i nostri fondi di investimento lavorano con passione per generare performance continuative e ripetibili e si prefiggono di costruire relazioni durevoli con i clienti, offrendo solide performance di investimento e un eccellente servizio alla clientela. 

L’attenzione al singolo cliente è l’elemento chiave per raggiungere il nostro obiettivo di costruire relazioni durevoli.




venerdì 29 marzo 2013

Anagrafe dei conti correnti: ecco chi rischia di più dai controlli

Via libera al super-occhio del Fisco che incrocerà dati delle nostre transazioni finanziarie con quelli sul reddito per scovare incongruenze ed evasioni fiscali. Ecco chi potrebbero essere i possibili obiettivi di verifiche e accertamenti


L'OCCHIO DEL FISCO - Al via l’anagrafe dei conti correnti e su qualsiasi altro tipo di rapporto finanziario. L’occhio indiscreto del Fisco setaccerà le varie incongruenze che possono risultare da verifiche incrociate sui dati delle transazioni finanziari dei contribuenti. L’obiettivo è colpire l’evasione fiscale attraverso un monitoraggio a tappeto di qualsiasi operazione finanziaria. Eppure,scrive il sito di Panorama, è possibile capire chi potranno essere i possibili obiettivi di verifiche e accertamenti che dovessero scattare in seguito a situazioni finanziarie ritenute incongrue. Ecco i comportamento che più di tutti potranno dare adito a dubbi e quindi far scattare eventuali controlli.

-Innanzitutto, verranno certamente inquadrate tutte le operazioni che in un qualche modo potrebbero risultare incoerenti con il profilo del contribuente preso in esame.Un lavoratore, sul cui conto corrente improvvisamente dovesse ritrovarsi una cifra di qualche decina di migliaia di euro, dovrà fornire sicuramente qualche spiegazione. E al contrario, un cittadino con un tenore di vita molto elevato, desterà non poche perplessità nel caso si dovesse ritrovare con un conto completamente prosciugato.

-Un fattore che verrà sicuramente monitorato poi è quello legato ai sistemi di pagamento. E’ ovvio che se un soggetto per il quale si rileva un’abitudine costante a pagare con carte di credito o di debito, dovesse improvvisamente aumentare in maniera spropositata le proprie transazioni in contante, desterà certamente l’attenzione del fisco.

-Altro elemento che potrà far nascere sospetti consisterà nella dislocazione geograficadei propri rapporti finanziari. Avere più conti correnti, oppure più cassette di sicurezza o altri tipi di rapporti finanziari aperti in città diverse, potrà di certo insospettire gli agenti del fisco.

-Infine, considerando che ormai le movimentazioni di qualsiasi medio contribuentefanno riferimento quasi sempre a uno o più conti correnti, sui quali passano generalmente la maggior parte delle entrate e delle uscite, desteranno attenzione tutte le operazioni che in generale avverranno fuori conto, in particolare se il loro numero dovesse essere particolarmente consistente.

-Verranno create delle vere e proprie black list di contribuenti considerati potenziali evasori e sarà su di essi che nel tempo si concentreranno le attenzioni degli ispettori.
 

http://consulenza.soldiweb.com/notizie/anagrafe-dei-conti-correnti-ecco-chi-rischia-di-piu-dai-controlli#.UVMd1zcgjSc

lunedì 25 marzo 2013

Al via tre nuovi servizi telematici per conoscere la tua pensione

Estratto Conto Integrato, Calcolatore della pensione e Simulatore della pensione, nuovi servizi online da marzo per capire la pensione


A fine marzo, saranno attivi tre nuovi servizi telematici per conoscere il proprio conto pensionistico. I nuovi servizi, “Estratto Conto Integrato”,  “Calcolatore della pensione” e “Simulatore della pensione”, sono stati creati in collaborazione tra il Ministero del Lavoro, l’INPS e l’Adepp, l’Associazione delle Casse previdenziali che gestiscono la previdenza obbligatoria dei liberi professionisti.
Il fine è quello di permettere a tutti i lavoratori italiani una maggiore conoscenza del proprio percorso previdenziale e del proprio conto pensionistico. Vediamo dunque di cosa si tratta.

Estratto Conto Integrato (ECI)

Attraverso questa funzione, sarà possibile conoscere con una sola consultazione telematica, della contribuzione previdenziale individuale, anche se si hanno contributi previdenziali versati in differenti gestioni Inps o presso diverse Casse previdenziali.
Il sistema è stato sperimentato lo scorso anno, con un campione di 100mila lavoratori, che hanno avuto la possibilità di consultare online il loro ECI, tramite il sito dell’ente previdenziale presso cui attualmente versano i contributi.
Oltre alla consultazione era possibile fornire – con una interfaccia online – le indicazioni circa eventuali ‘buchi’ o incongruenze. Grazie alla collaborazione tra Inps e Casse previdenziali, si legge nella comunicazione del Ministero del lavoro, un altro milione di cittadini – entro il mese di aprile - potrà usufruire dello stesso servizio, consultando tutti i periodi riguardanti la posizione assicurativa del contribuente, anche se maturati presso enti, casse, fondi e gestioni diverse, inclusi i periodi figurativi, i riscatti e le ricongiunzioni.
L’ECI potrà essere consultato sui portali degli enti che forniscono le informazioni previdenziali al Casellario dei Lavoratori Attivi, istituito presso l’Inps (Inps, Enasarco e Casse previdenziali degli ordini professionali). Ciascun contribuente potrà verificare la propria posizione contributiva on line, con accesso personalizzato, sul portale dell’ultimo Ente in cui risulta iscritto. Il servizio è interattivo e permette la segnalazione di eventuali problemi e incongruenze, che vengono indirizzate all’ente di competenza.

Calcolatore della pensione

A partire dal prossimo mese di aprile sarà attivata sul sito dell’Inps (tra i servizi online) una procedura denominata ‘Calcolatore della pensione’ che consentirà agli iscritti all’Inps di conoscere in via previsionale la data del proprio pensionamento e l’importo presuntivo della pensione.
Nella prima fase (da aprile) potranno accedere al servizio solo i lavoratori iscritti all’Inps nati prima del 31 dicembre 1955, che sono in possesso di contribuzione accreditata in una sola delle seguenti gestioni:
  • Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti;
  • Gestioni Speciali dei lavoratori autonomi (artigiani, commercianti, coltivatori diretti);
  • Gestione separata.
Solo per coloro che hanno contributi accreditati sia nel Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti sia nella Gestione separata, il servizio consente anche il calcolo della pensione in regime di totalizzazione tra le due gestioni.
Il servizio non potrà essere utilizzato da chi è già titolare di pensione. Nei prossimi mesi il servizio verrà progressivamente attivato in modo da renderlo disponibile a tutti i lavoratori in prossimità del conseguimento dei requisiti di pensione.

Simulatore della pensione

Entro la fine del 2013, sarà rilasciato il simulatore di pensione che consentirà ai lavoratori più giovani, una simulazione del calcolo della propria pensione, nonostante la lontananza dal momento della pensione non consenta di formulare ipotesi sufficientemente attendibili di calcolo della pensione (troppe le variabili: l’evoluzione retributiva individuale, gli anni e la continuità del lavoro, la scelta del periodo di pensionamento, etc.).
Partendo dall’estratto conto dei contributi effettivamente versati all’Inps, il ‘Simulatore della pensione’ fornirà ai lavoratori più giovani uno strumento in grado di elaborare differenti scenari previdenziali (sulla base di profili codificati) proiettando ipotesi collegate all’atteso futuro lavorativo.
I lavoratori più giovani avranno così a disposizione, entro la fine dell’anno, uno strumento fondamentale di educazione al risparmio previdenziale e di grande valore formativo, che potrà fornire indicazioni utili per compiere con maggiore consapevolezza le scelte che si troveranno a dover compiere nel loro futuro lavorativo e nell’eventuale scelta di forme di integrazione previdenziale.


http://www.lavoroediritti.com/2013/03/al-via-tre-nuovi-servizi-telematici-per-conoscere-la-tua-pensione/?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+lavoroediritti+%28Lavoro+e+Diritti%29

lunedì 11 marzo 2013

Rating Italia, verso il punto di non ritorno? Ecco quanto manca


Era nell'aria ed è arrivato. Il downgrade all'Italia da parte di Fitch è piovuto venerdì pomeriggio, a Piazza Affari spenta. Con quest'altro "notch" in meno (da A- BBB+) l'Italia perde l'ultima "A" nel giudizio sulla solvibilità del debito attribuito dalle tre sorelle statunintensi (S&Poor's, Moody's e Fitch) che da sole controllano il 90% dei mercato globale dei rating.
Quali reazioni ci potrebbero essere lunedì sui mercati? Secondo gli esperti interpellati al workshop Ambrosetti non sono attesi grossi scossoni. In effetti, il giudizio di Fitch si va ad allineare a quello già espresso da S&Poor's (BBB+) e resta di un gradino più alto rispetto alla valutazione Baa2 di Moody's (guarda la tabella dei rating).
A questo punto all'Italia resta la "A" dell'agenzia di rating canadese Dbrs che è tra le quattro agenzie (assieme alle tre sorelle) di cui la Banca centrale europea tiene conto per selezionare i titoli da dare a garanzia nelle sue operazioni di rifinanziamento. La stessa Dbrs, un giorno prima di Fitch, ha comunque tagliato il giudizio sul Paese Italia, da "A" ad "A low", bocciando l'esito incerto delle elezioni.
In ogni caso, considerando i rating delle quattro agenzie citate, l'Italia resta al momento all'interno della "categoria protetta" degli investment grade. E fino a che si resta su questo livello vuol dire che il debito è considerato complessivamente affidabile.
La situazione potrebbe invece peggiorare se le agenzie di rating ponessero l'Italia sotto questa soglia di guardia facendola scivolare nel girone degli investimenti speculativi ("non investment grade speculative").
A quel punto c'è il rischio che parta un'ondata di vendite automatica generata da quegli investitori, in particolare fondi pensione internazionali, che adottano per policy interna clausole di sicurezza tali per cui non possono detenere in portafoglio titoli sotto la categoria "investment grade".
Bene, quanto è distante l'Italia dalla soglia d'allarme? La tabella allegata - evidenzia tutti i gradini di giudizio (i cosiddetti "notch") in cui le tre sorelle americane catalogano debiti pubblici e privati che finiscono nella loro orbita - ci indica che l'Italia può permettersi di scendere ancora di due gradini (nella scala di Fitch e S&Poor's) e di un solo gradino (nella scala di Moody's) prima di sprofondare nell'arena degli investimenti speculativi.
E dato che Moody's è quella al momento più aggressiva nei confronti dell'Italia (ha un outlook negativo sul Paese dopo che «le recenti elezioni hanno aumentato il rischio che lo slancio per le riforme strutturali avuto durante il governo Monti perda vigore e arrivi a un punto morto») vuol dire che c'è comunque da stare all'erta.
C'è però una piccola consolazione in questo criticatissimo universo dei rating (restano irrisolti molti conflitti di interesse nell'operato di queste agenzie su cui è in corso un'inchiesta della Procura di Trani). Se i mercati tenessero per buono il rating dato all'Italia da Egan Jones (la quarta agenzia statunitense) che a luglio ha bocciato il debito italiano a CCC+, allocandolo nella categoria "rischio sostaziale" (peggiore del girone degli "altamente speculativi"), qualcuno comincerebbe a pensare davvero di fare le valigie.