giovedì 31 gennaio 2013

Imu e Tares, una combo da 3,7 miliardi di euro tra giugno e luglio

Secondo i calcoli effettuati dall'Ufficio studi della Cgia di Mestre, sarà particolarmente oneroso il peso economico che le scadenze fiscali "scateneranno" tra giugno e luglio


ESBORSO ONEROSO - In totale sarà un salasso da 3,7 miliardi di euro. Nel dettaglio poco più di 2 miliardi per il versamento dell’Imu e quasi 1,7 miliardi di euro per il pagamento della prima maxi rata della Tares. Secondo i calcoli effettuati dall'Ufficio studi della Cgia di Mestre, il peso economico che le scadenze fiscali scateneranno tra giugno e luglio sarà particolarmente oneroso.

LE SCADENZE FISCALI – Per quanto riguarda la Tares, dopo le ultime modifiche legislative approvate nei giorni scorsi dal Parlamento, che il versamento della prima rata dovrà avvenire non prima del mese di luglio. Risultato? Il numero delle scadenze fiscali che si concentreranno ad inizio estate rischiano di lasciare al verde le famiglie italiane

SPUNTA L’IRPEF – E non è finita perchè, sottolinea il segretario della Cgia Mestre, Giuseppe Bortolussi, “se teniamo conto che tra giugno e luglio è prevista anche l'autoliquidazione Irpef - che tra il saldo 2012 e l'acconto 2013 costerà ai contribuenti 8,5 miliardi di euro circa - e che dal 1° luglio è ormai certo l'aumento di un punto percentuale dell'aliquota Iva - dal 21% al 22% - il quadro che si prospetta la prossima estate è molto preoccupante”. A rischio il turismo: gli italiani molto probabilmente taglieranno le spese per le vacanze estive.



http://consulenza.soldiweb.com/notizie/imu-e-tares-una-combo-da-3-7-miliardi-di-euro-tra-giugno-e-luglio#.UQopCqV6zE9

mercoledì 30 gennaio 2013

Mps: ecco cosa devono sapere correntisti e risparmiatori per stare tranquilli

Oltre alle rassicurazioni dei vertici di Rocca Salimbeni, chi ha sottoscritto azioni, obbligazioni o derivati possono dormire sonni tranquilli? Ecco cosa c’è da sapere.

PROBLEMI PER I RISPARMIATORI - Lo scandalo derivati di Mps ancora infuria sui mercati finanziari. Dopo le ultime vicende intorno all’istituto, e con le indagini che si allargano a macchia d’olio, i dirigenti si affannano a tranquillizzare correntisti e risparmiatori. “Secondo noi”, ha spiegato da ultimo Fabrizio Viola, amministratore delegato di Rocca Salimbeni, al termine dell’assemblea straordinaria, “possono stare assolutamente tranquilli. Ho visto che oggi anche l’autorità di vigilanza si è espressa in proposito”. Ma è davvero così? Ecco alcune cose che è bene tenere a mente. 

CONTO CORRENTE TUTELATO – Assodato che di fatto il fallimento di una banca è cosa molto rara e che nel caso di Mps, secondo gli esperti, questa eventualità è remota, il sottoscrittore di un conto corrente è comunque tutelato dal Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fitd), cui tutte le banche sono obbligate ad aderire. In caso di fallimento quindi il Fondo interverrà rimborsando i correntisti fino a 100mila euro. Tutelati anche conti deposito gli assegni circolari e i certificati di deposito nominativi. 

AZIONI E OBBLIGAZIONI – Per azioni e obbligazioni il discorso è leggermente diverso. Per il primo caso infatti c’è un consapevole invstimento nella società (nella banca in questo caso), e chi lo sottoscrive partecipa alle fortune e alle sfortune della banca. Così come nel secondo caso le garanzie di un ritorno, o di un rimborso, dell’investimento non ci sono. Il rischio, in altre parole, è tutto a suo carico. Diverso ancora il caso di derivati, fondi pensione, fondi comuni o etf. Il sottoscrittore, infatti, di questi prodotti finanziari ha piena tutela in caso di criticità dell'istituto bancario. Il denaro spesso si trova presso una banca depositaria che lo gestisce.

http://www.bluerating.com/banche-e-reti/180-banche/25744-mps-ecco-cosa-devono-sapere-correntisti-e-risparmiatori-per-stare-tranquilli.html

martedì 29 gennaio 2013

Quando nevica moto ferme e divieti coordinati


Strade vietate alle moto e ai motorini quando nevica, blocchi d'emergenza da coordinare tra provincia e provincia, stagione degli obblighi di gomme invernali montate o catene a bordo dal 15 novembre al 15 aprile su tutte (o quasi) le strade.La direttiva firmata il 16 gennaio dal viceministro delle Infrastrutture - e ora in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale -affronta i temi più delicati della circolazione in inverno emersi da due anni e mezzo a questa parte, cioè da quando la riforma del Codice della strada (legge 120/10) ha dato agli enti proprietari delle strade più a rischio (di neve, ghiaccio o pioggia gelata) la facoltà d'imporre gomme invernali montate o catene a bordo per interi periodi.
Il primo problema fu che questi periodi spesso erano diversi anche fra strade vicine. Ora il ministero "dispone" che gli obblighi valgano dal 15 novembre al 15 aprile e addirittura invita ad allinearsi subito gli enti proprietari che avevano deciso diversamente. Però poi aggiunge che in casi particolari (come le strade di montagna "a quote particolarmente alte") si possono imporre gli obblighi per periodi più lunghi.
Si pose poi il problema di moto, motorini e mezzi pesanti. Sono i veicoli per i quali gomme invernali e catene o non sono disponibili o sono difficili da montare. La direttiva appare severa: esenta solo i mezzi per i quali non c'è la materiale disponibilità (motocicli e ciclomotori, ma quasti ultimi solo a due ruote, perché quelli a quattro - i quadricicli leggeri e cioè le microcar da città - possono già essere equipaggiati, avendo ruote spesso simili a quelle di utilitarie). Ed esenzione non vuol dire libertà di circolare: in caso di neve o ghiaccio sulla strada (anche rimasti giorni dopo la precipitazione) o di nevicata in corso, per questi veicoli scatta il divieto di circolazione sui tratti interessati.
A proposito di nevicate, in questi momenti di emergenza resta ovviamente il potere di prefetti (fuori dai centri urbani) e sindaci (negli abitati) di vietare o limitare il traffico. Ma c'è un invito a coordinarsi, anche con le autorità che non hanno previsto alcuna misura perché hanno competenza su zone dove le nevicate non sono previste o in corso. Il tutto consultandosi con Viabilità Italia, la centrale operativa nazionale. Il motivo? Spesso i blocchi fanno riversare veicoli dove la circolazione è consentita, paralizzando anche altre zone.
Disciplinata anche l'apertura dei varchi nello spartitraffico di autostrade e strade a carreggiate separate: di regola è possibile solo nell'imminenza di nevicate, ma si possono individuare alcuni varchi da aprire anche prima, segnalandoli con cartelli di pericolo. Dunque, non si parla di limite di velocità di 80 km/h che spunta improvvisamente su alcune autostrade per alcune centinaia di metri in corrispondenza dei varchi lasciati aperti; ma l'ente proprietario potrebbe comunque continuare a prescrivere la limitazione di velocità (non la rispetta nessuno, ma serve per scaricare sul conducente le responsabilità di eventuali incidenti).
La direttiva chiarisce anche che le gomme ammesse non sono solo quelle strettamente invernali (cioè con sul fianco il sombolo del fiocco di neve vicino a una montagna con tre cime), ma anche quelle M+S (in inglese "mud and snow", cioè per fango e neve, diffuse soprattutto sulle vetture fuoristrada). Quanto alle catene, per ora non cambia nulla. Sui veicoli leggeri, restano ammesse quelle conformi alla norma tecnica internazionale Uni 11313; se sono state già acquistate, vanno bene anche quelle conformi alla norma austriaca V5119. Sui mezzi pesanti va bene questo marchio anche per catene nuove. In futuro potrebbero essere ammessi anche altri dispositivi, come le calze da neve (di facile montaggio): se sono fabbricati o commercializzati legalmente in altri Stati Ue o in Turchia o se sono fabbricato legalmente in uno Stato Efta (l'associazione europea di libero scambio), possono essere utilizzati anche quando non hanno un marchio di conformità, a patto che chi li importa fornisca al ministero documentazione che attesti la sicurezza, l'efficacia e la resistenza (quest'ultima, su distanze non brevissime, è di solito il punto debole delle calze). Attualmente un fabbricante di calze ha fatto ricorso al Tar contro il ministero, che non avrebbe valutato adeguatamente la sua documentazione e ha ottenuto una sospensiva, ma ciò non vuol dire che poi il ministero effettivamente dia l'ok. Quindi per ora le calze possono essere efficaci per brevi tratti (o sulle rampe dei garage), ma legalmente non mettono in regola quando su una strada aperta al traffico c'è l'obbligo di catene o gomme invernali.
Infine, la direttiva recepisce un'indicazione di sicurezza "superando" una vecchia circolare ministeriale che si limita a prescrivere che le gomme debbano necessariamente essere uguali solo sullo stesso asse 8per cui le anteriori possono essere diverse dalle posteriori): raccomanda che le gomme invernali siano montate sia davanti sia dietro (averle solo sulle ruote motrici significa rischiare paurose sbandate per i veicoli a trazione anteriore e impossibilità di curvare per quelli a trazione posteriore).
Ovviamente le catene vanno montate sulle ruote motrici e questo viene ribadito dalla direttiva. Ma senza specificare se ciò valga anche per i veicoli a trazione integrale. Da com'è formulata la direttiva, si direbbe comunque di sì.

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giovedì 24 gennaio 2013

ENI assume


Nonostante sia arrivato l’annuncio da parte dell’UE della nostra profonda recessione, sembra che qualcosa si muovi. Il colosso dell’energia, Eni, ha annunciato che entro il 2015  assumerà 2600 persone.
Il 60% dei nuovi assunti saranno neolaureati. Lo stesso Paolo Scaroni ha annunciato nuovi investimenti  (circa due miliardi l’anno) e nuovi ingressi nel gruppo.
Il Direttore delle Risorse Umane, Fabrizio Barbieri, ha spiegato che “gli investimenti in innovazione e tecnologia sono stati accompagnati dagli investimenti sulle persone. All’80 per cento il profilo richiesto è di tipo tecnico: ingegneri con diverse specializzazioni ma anche geologi, fisici, chimici e matematici. Circa il 10 per cento sono invece laureati in economia e poco, meno del 10 per cento in altre materie giuridiche e umanistiche”.
Tutti coloro che otterranno il posto potranno rimanere in Italia con unostipendio di 26.000 euro lordo l’anno e un contratto di apprendistato per 24 mesi mentre chi preferisce lavorare all’estero avrà ulteriori incentivi.
Per altre posizioni aperte ed offerte di lavoro in Eni vi consigliamo di consultare:
Lavorare in Eni, in Italia ed all’estero. Per informazioni clicca http://www.worky.biz/20653/lavorare-alleni-in-italia-ed-allestero-opportunita-di-lavoro.html
Offerte di lavoro del momento in Eni. Per informazioni cliccahttp://www.worky.biz/20036/lavorare-in-eni-le-offerte-di-lavoro-del-momento.html
Opportunità di lavoro in Enel Energia. Per informazioni cliccahttp://www.worky.biz/18858/enel-cerca-consulenti.html
Enel assume neolaureati e neodiplomati. Per informazioni cliccahttp://www.worky.biz/15059/assunzioni-in-enel.html


La Camera approva senza modifiche il rinvio della Tares a luglio

L'articolo 1-bis, introdotto dal Senato alla legge di conversione del Dl 1/2013, posticipa, per il solo anno 2013, al mese di luglio il termine di versamento della prima rata del tributo comunale sui rifiuti e sui servizi (TARES), di cui all'articolo 14, comma 35, del decreto-legge n. 211 del 2011, precedentemente fissato al mese di aprile dalla legge di stabilità 2013, ferma restando la facoltà per il comune di posticipare ulteriormente tale termine

http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2013-01-22/camera-approva-senza-modifiche-205523.shtml?uuid=AbkBI7MH

mercoledì 23 gennaio 2013

Opportunità di risparmio

Aggiunta una nuova finestra nel blog ... le Opportunità di risparmio !
Si tratta di link a siti di vario genere che danno diritto a sconti o promozioni particolari ... dategli un occhio se avete tempo e fatemi sapere cosa ne pensate.
Posto qui i primi due link, poi li terrò aggiornati nella finestra alla sinistra del sito.

Un saluto di cuore ... Antonio

Per le signore sconti con reso e spedizione gratuiti ...
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prclick.it truffa o reale opportunità di guadagno

Al contrario delle altre volte, questa volta abbiamo deciso noi, di nostra spontanea volontà di parlare di questa nuova opportunità  che sta spopolando sul web.
Si tratta di prclick.it un programma proposto da un'azienda italiana, regolarmente registrata.

Il compito di ogni partecipante al programma è quello di pubblicizzare tramite e mail, sui vari forum, sui social network etc.. i siti proposti ed ogni click ricevuto comporta un guadagno pari a 3 centesimi di euro.
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Il pay out è al raggiungimento di 50 euro.
I pagamenti sono fatti mensilmente entro il decimo giorno del mese successivo. Ciò vuol dire che le Tue commissioni di Gennaio, vengono pagate entro il 10 Febbraio. 
I metodi di pagamento tra cui puoi scegliere sono: PAYPAL, BONIFICO BANCARIO, ASSEGNO BANCARIO. Attenzione, nNon vengono spediti assegni all'estero. 
I Pagamenti sono sempre e solo emessi in EURO.  

Non ci siamo mai esposti così tanto da proporre NOI un'opportunità, ma dato le nostre ricerche e dato le credenziali positive che siamo riusciti a trovare abbiamo deciso di "non rispettare" le regole che noi stessi ci siamo imposti

Ci teniamo a precisare che l'iscrizione è completamente gratuita.

Link articolo:


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lunedì 21 gennaio 2013

Una rivoluzione per l’indebitamento dei privati

Chiunque sia “sovraindebitato” ha ora di fronte a sé due opzioni: offrire il proprio intero patrimonio per la liquidazione, oppure proporre un accordo per il pagamento anche parziale dei debiti. Si tratta di una svolta i cui effetti sull’economia e sulla società potrebbero essere molto rilevanti.

POSSIBILITÀ DI ESDEBITAZIONE

Senza grande clamore, alla fine del 2012 il Governo Monti ha attuato una riforma che smentisce principi vecchi di duemila anni. A partire dal 18 gennaio 2013, chiunque sia “sovraindebitato” (cioè incapace di ripagare i propri debiti) ha di fronte a sé due opzioni, in precedenza non disponibili se non alle imprese medio-grandi: offrire il proprio intero patrimonio per la liquidazione, oppure proporre un accordo per il pagamento anche solo parziale dei propri debiti, che se accettato dalla maggioranza dei creditorivincolerà tutti, anche i dissenzienti. (1)

Si tratta di una rivoluzione, i cui effetti sull’economia e sulla società potrebbero essere rilevanti. In entrambi i casi, infatti, la procedura riguarda tutti i creditori di uno stesso debitore. In più, il debitore,se si tratta di unapersona fisica, può godere della esdebitazione o “fresh start”, liberandosi dei debiti non soddisfatti e potendo così reinserirsi nella società senza dover più fuggire dai propri creditori.

FINE DI UN’ANOMALIA ITALIANA

Prima della riforma, il mondo dei debitori era diviso in due: da una parte gli imprenditori commerciali medio-grandi, cui, se in crisi, si applicavano le sofisticate regole della legge fallimentare (migliorate anche nel corso del 2012), dall’altra parte tutti i restanti debitori: piccoli imprenditori, imprenditori agricoli, professionisti e, soprattutto, consumatori. Milioni di soggetti per i quali nessuna soluzione, anche se astrattamente efficiente, poteva essere raggiunta senza il consenso di tutti i creditori.

La cosa aveva conseguenze rilevanti soprattutto quando il debitore era una persona fisica: mentre le società possono essere cessate e cancellate, le persone fisiche hanno una vita che prosegue, e la cui qualità – come quella della vita dei loro familiari – può essere gravemente minata da un fardello di debiti che non si possono adempiere. Si noti che il sovraindebitamento non è sempre frutto di un irresponsabile ricorso al credito: nelle esperienze straniere, e ancor più in quella italiana, le cause più frequenti di insolvenza dei consumatori sono da ricercare nell’impatto di shock esterni, quali la perdita del lavoro, l’insorgenza di malattie, la rottura di unioni familiari con il connesso incremento di spese, eventi che smentiscono previsioni di risparmio che all’epoca erano ragionevoli. La recente crisi, con la connessa perdita di posti di lavoro, ha solo reso il problema più acuto.

L’esdebitazione delle persone fisiche, tema al centro dell’attenzione delle istituzioni internazionali, costituisce una sorta di “assicurazione obbligatoria” contro l’insolvenza. (2). L’Italia era rimasta fra i pochissimi paesi del mondo, e l’unica fra i grandi paesi industrializzati, a non consentirla (se non con minime eccezioni). Ora questa anomalia è venuta meno.

AVREMO IL FALLIMENTO DEI CONSUMATORI?

Si è dunque previsto il fallimento dei consumatori e di tutti coloro che ne erano esenti? No, per due ragioni:

- in primo luogo, perché le nuove procedure si applicano solo se il debitore ne fa richiesta, mentre il fallimento può essere richiesto dai creditori (e dal pubblico ministero);

- in secondo luogo perché l’apertura della procedura non produce conseguenze penali: se il debitore ha commesso reati, resta punibile, ma non diviene soggetto a nuovi reati (quali la bancarotta semplice e fraudolenta previste dalla legge fallimentare) solo perché ha fatto domanda.

Si tratta, quindi, di una disciplina che per il singolo debitore porta solo vantaggi, essendo la sua applicazione rimessa alla sua volontà. È forse per questo che, come spiega Francesco Vella nel suo articolo, alle nuove start-up innovative si applicano queste regole e non quelle della legge fallimentare. (3)

Le procedure sono alquanto complesse e dense di tecnicismi, ma il disegno politico è chiaro: consentire a tutti (piccoli imprenditori, professionisti, consumatori), e non più solo alle imprese commerciali medio-grandi (alle quali continua ad applicarsi la legge fallimentare), una via d’uscita in caso di crisi.

La via d’uscita è particolarmente facilitata per il consumatore, che può ottenere l’esdebitazione, oltre che con la liquidazione del suo intero patrimonio o un accordo, anche con un “piano” che, se conveniente per i creditori, viene approvato non da costoro, ma direttamente dal giudice. Il tutto a condizione che l’insolvenza sia incolpevole, il debitore si comporti con correttezza e che ciò emerga anche da una dettagliata relazione redatta da un “organismo di composizione della crisi” (una struttura creata da enti pubblici o da ordini professionali allo scopo di fornire supporto ai debitori in difficoltà, con un ruolo delicatissimo e un futuro tutto da scoprire) o da un professionista nominato dal giudice.

QUALE IMPATTO ECONOMICO E SOCIALE?

Le nuove regole sono destinate ad avere un impatto sia sul mercato del credito, sia sulla società in generale. Non è facile però prevedere in che termini.

I finanziatori sanno che i debitori hanno oggi nuove possibilità di risolvere il sovraindebitamento, giocando anche d’attacco. Le nuove regole, consentendo alle persone fisiche l’esdebitazione, possono peggiorare le prospettive di recupero del credito. Ma, all’opposto, possono anche consentire ai creditori migliori recuperi, grazie alla possibilità di soluzioni collettive più efficienti, non condizionate dalla volontà del più piccolo o aggressivo creditore. Nel primo caso, il costo del credito aumenterebbe, nel secondo si ridurrebbe. Occorre capire quale sarà l’effetto netto.

I finanziati, dal canto loro, sanno che da oggi l’insolvenza è meno disastrosa e il rischio è più controllabile. Le nuove regole risolvono situazioni penose, purtroppo sempre più frequenti. E possono costituire un incentivo all’assunzione di rischi, cosa di cui il nostro paese ha un drammatico bisogno.

(1) Legge 27 gennaio 2012, n. 3, come modificata dal decreto Sviluppo-bis (Dl 18 ottobre 2012, n. 179, convertito con modificazioni, dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221), articoli da 6 a 16 (la si veda in www.normattiva.it). Prima della modifica, la legge 3/2012 aveva un impatto minimo ed era rimasta inapplicata. Le nuove regole si applicano ai procedimenti instaurati a partire dal 18 gennaio 2013.

(2) B. Adler, B. Polak, A. Schwartz, “Regulating Consumer Bankruptcy: A Theoretical Inquiry”, in Journal of Legal Studies, 2000 (29), p. 585 ss. Sul tema dell’insolvenza delle persone fisiche si veda il rapporto della World Bank “Report on the Treatment of the Insolvency of Natural Persons”.

(3) Articoli da 25 a 32 del decreto Sviluppo-bis . L’articolo 31 comma 1 dispone che “la start-up innovativa non è soggetta a procedure concorsuali diverse da quelle previste dal capo II della legge 27 gennaio 2012, n. 3”, e dunque non è soggetta alla legge fallimentare.

 

http://www.lavoce.info/una-rivoluzione-per-lindebitamento-dei-privati/

Impignorabilità delle polizze vita tra mito e realtà

La responsabilità patrimoniale del debitore nell’adempimento delle proprie obbligazioni rappresenta uno dei principi cardine del nostro ordinamento giuridico. Il patrimonio del debitore è quindi posto dalla legge a garanzia dei crediti. Sono tuttavia previste delle limitazioni alla responsabilità patrimoniale del debitore e tra queste ritroviamo il fondo patrimoniale, l’atto di destinazione, il trust e la polizza vita.

 

Il promotore finanziario si trova spesso di fronte a richieste di protezione patrimoniale da parte della propria clientela e in alcuni casi segnala la capacità riconosciuta a tal fine alla polizza vita. L’impignorabilità e l’insequestrabilità della polizza vita sono mito o realtà? Suggerire alle famiglie di proteggere i propri risparmi attraverso polizze vita ci espone a rischi reputazionali? Forse è il caso di separare il mito dalla realtà e per farlo è necessario il riferimento al codice civile prima ed alle sentenze di legittimità poi.

 

L’art.1923 del codice, infatti, sancisce che le somme dovute dall’assicuratore al contraente o al beneficiario non possono essere sottoposte ad azione esecutiva o cautelare. Sono salve, rispetto ai premi pagati, le disposizioni relative alla revocazione degli atti compiuti in pregiudizio dei creditori e degli eredi.

 

Le somme derivanti da polizza vita sono cioè impignorabili ed insequestrabili. E qui sorge il primo mito. Infatti, tale riconoscimento, secondo una pronuncia della Corte di Cassazione nel 2007, attiene esclusivamente alla definizione della garanzia patrimoniale ricompresa nella disciplina civile e in nulla tocca la disciplina della responsabilità penale, nel cui esclusivo ambito ricade, invece, il sequestro preventivo. In presenza di una responsabilità penale, quindi, cade l’insequestrabilità della polizza.

 

Una successiva sentenza delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione giunta nel 2008 ha poi offerto spunto per ulteriori riflessioni, mettendo fine ad una serie di dispute giurisprudenziali. Tale importante pronuncia ha, infatti, stabilito che: «In tema di contratto di assicurazione sulla vita, alla dichiarazione di fallimento del beneficiario non consegue lo scioglimento del contratto, né il curatore, al pari di quanto previsto per «le somme dovute» di regola impignorabili secondo l’art. 1923 del codice civile, può agire contro il terzo assicuratore per ottenere il valore di riscatto della relativa polizza stipulata dal fallito quand’era in bonis, non rientrando tale cespite tra i beni compresi nell’attivo fallimentare ai sensi dell’art. 46, primo comma n. 5, considerata la funzione previdenziale riconoscibile al predetto contratto, non circoscritta alle somme corrisposte a titolo di indennizzo o risarcimento».

 

Insomma, le Sezioni Unite della Suprema Corte, con una interpretazione estensiva dell’art.1923 del codice civile, ribadiscono in linea di principio le caratteristiche di impignorabilità ed insequestrabilità della polizza vita anche in caso di fallimento. Attenzione, però, ai limiti che tale principio incontra.

 

Ad esempio, una polizza vita a premio unico e di importo rilevante sottoscritta da un imprenditore non ancora in odore di fallimento, ma già debitore di una banca o dell’Amministrazione Finanziaria non può essere considerata impignorabile ed insequestrabile.

http://www.advisorprofessional.it/promotori-finanziari/risparmio-gestito/18685-impignorabilita-e-insequestrabilita-delle-polizze-vita-tra-mito-e-realta.action

 

 

giovedì 10 gennaio 2013

Promotori vs banche, chi vince la palma del più onesto?

Gli atti della Consob che nel corso del 2012 hanno riguardato l'attività di vigilanza sugli intermediari e sui promotori finanziari sono stati 423, praticamente invariati rispetto ai 424 del 2011. Ma se si guarda nel dettaglio i promotori finanziari risultano tra i promossi: sono gli unici a registrare un calo delle sanzioni su quasi tutti i fronti. Le banche, invece, devono fare i conti con un aumento delle bacchettate di Giuseppe Vegas.

 

In particolare, secondo quanto comunicato dalla commissione di vigilanza guidata da Giuseppe Vegas: 212 dei 423 atti del 2012 hanno riguardato richieste di dati e notizie per istruttorie relative a promotori finanziari (art. 31, comma 7 - erano 242 nel 2011); 181 sono invece state le richieste di dati e notizie per la vigilanza (art.8, comma 1) sulle banche (106, contro le 67 del 2011), sulle sim (24 contro le 18 precedenti), sulle sgr (16 contro le 13 del 2011), su imprese di investimento comunitarie (3 contro le 8 del 2011) sui promotori finanziari (32 contro le 50 del 2011); 17 sono invece state le convocazioni di esponenti aziendali (7 nei confronti di banche, 3 nei confronti di Sim, 3 nei confronti di Sgr e 4 nei confronti di imprese di investimento comunitarie (art.7, comma 1, lett. a); 9 le richieste di dati e notizie ad altrettante società di revisione, per vigilanza su 57 sgr e su una 1 sim ( art.8, comma 2 - era 1 nel 2011); 4 richieste a Banca d’Italia di estensione su verifiche ispettive in corso per: 2 banche e 2 sim (art. 10, comma 2 - erano 2 nel 2011).

 

Non solo. Secondo quanto scritto dalla Consob, la vigilanza è intervenuta nel 2012 anche per procedimenti di natura straordinaria o cautelare che hanno riguardato: 1 parere al Ministero dell’Economia e delle Finanze di amministrazione straordinaria e di scioglimento degli organi sociali su proposta della Banca d’Italia nei confronti di 1 sgr (art. 57, commi 1 e 2); 21 sospensioni cautelari a 60 giorni nei confronti di promotori finanziari (art. 55, comma 1 - erano 19 nel 2011); 11 sospensioni cautelari ad 1 anno nei confronti di promotori finanziari (art.55, comma 2 - erano 9 nel 2011); 1 provvedimento ingiuntivo nei confronti di 1 impresa di investimento comunitaria con succursale in Italia (art. 52, comma 1).

 

Sono stati invece rilasciati 4 pareri al Ministero dell’Economia e 2 alla Banca d’Italia. E sono stati anche rilasciati 35 ulteriori pareri alla Banca d’Italia (erano 46 nel 2011): 15 per cancellazioni di sgr; 5 per estensioni operative di sgr; 6 per fusioni / scissioni / trasformazioni di sgr; 8 per oicvm comunitari non armonizzati; 1 per richieste di autorizzazioni allo svolgimento di servizi di investimento da parte di banche estere extracomunitarie. E’ stata anche rilasciata 1 intesa con Banca d’Italia su materie regolate dall’art. 117-bis del Tub.

Infine si segnalano, tra le altre attività della Consob, l'invio di 189 lettere di contestazioni (con relativo avvio di procedimento sanzionatorio) di cui: 71 nei confronti di promotori finanziari (erano 98 nel 2011); 6 nei confronti di sgr (erano 4 nel 2011) e 61 nei confronti dei relativi esponenti aziendali (erano 46 nel 2011); 6 nei confronti di 5 banche e 1 sim (erano rispettivamente 2 e 0 nel 2011) e 45 nei confronti dei relativi esponenti aziendali (erano 46 nel 2011).

Le segnalazioni all’Autorità Giudiziaria nel 2012 sono state 42, contro le 27 del 2011. Le comunicazioni, le linee interpretative e le risposte ai quesiti pubblicate nell’anno sono state 18, di cui 2 hanno riguardato il recepimento degli orientamenti Esma.


http://www.advisorprofessional.it/promotori-finanziari/risparmio-gestito/18573-promotori-vs-banche-chi-vince-la-palma-del-piu-onesto.action

 

lunedì 7 gennaio 2013

Arrivano i voucher per la baby sitter

ROMA - Manca solo il via libera della Corte dei conti e un altro tassello della riforma del lavoro diventa operativo. Si tratta delle norme in materia di congedo obbligatorio e facoltativo per i padri e dei contributi economici per le madri che, al termine della maternità, vorranno rientrare al lavoro. Il decreto ministeriale è stato firmato da Elsa Fornero e Vittorio Grilli il 22 dicembre e stanzia 78 milioni l'anno, per il triennio 2013-2015.


Le risorse verranno coperte attingendo dal Fondo per l'occupazione femminile e dei giovani.
Ma vediamo nell'ordine i criteri di accesso e le modalità di utilizzo di queste misure sperimentali contenute nel testo che il Sole 24 Ore è in grado di anticipare. Per i padri da quest'anno scattano il giorno di congedo obbligatorio (aggiuntivo al congedo di maternità) e i due giorni facoltativi (sostitutivi del congedo che spetta alla madre) utilizzabili entro il quinto mese di vita degli figlio. Le due forme di congedo sono riconosciute anche ai padri adottivi o affidatari, con trattamento economico a carico dell'Inps pari al cento per cento della retribuzione e con contribuzione figurativa piena.
I congedi dei padri dovranno essere utilizzati in soluzione unica (non a ore) e potranno essere effettuati dopo una comunicazione preventiva al datore di lavoro da farsi con almeno 15 giorni di anticipo «ove possibile in relazione all'evento della nascita e in base alla data presunta del parto» come si precisa nel decreto.

L'altro strumento che viene attivato con queste misure di conciliazione riguarda invece le madri intenzionate a rientrare al lavoro dopo il congedo di maternità. Per loro, negli undici mesi successivi al congedo, scatta la possibilità di richiedere, al posto del congedo parentale, un contributo economico utilizzabile o per pagare una baby sitter o per coprire la retta del nido (pubblico o privato accreditato). Si tratta di 300 euro netti mensili per sei mesi. Se la madre opta per la prima soluzione potrà utilizzare i voucher per pagare la baby sitter, mentre nel caso del nido sarà l'Inps a bonificare direttamente la quota prevista alla struttura interessata.
Il beneficio verrà concesso, alle donne che ne faranno richiesta all'Inps, sulla base di una graduatoria nazionale che terrà conto dell'indicatore Isee «e fino a concorrenza delle risorse disponibili per ciascun anno». La priorità sarà ovviamente riconosciuta ai nuclei con l'indicatore della situazione economica equivalente inferiore e, a parità di Isee, secondo l'ordine di presentazione delle domande. Mentre l'Inps, che dovrà quanto prima stabilire le modalità per fare domanda tramite i suoi canali telematici, staccherà i voucher entro 15 giorni a chi avrà optato per il baby sitting. Ovviamente per ogni quota mensile richiesta la lavoratrice interessata dovrà scontare una riduzione di un mese del periodo di congedo parentale.

Saranno escluse dal beneficio economico le madri già esentate dal pagamento delle rette dei nidi per motivi di reddito e le madri che già godono dei contributi previsti dal Fondo per le politiche attive, mentre il bonus sarà concesso in misura parziale a coloro che hanno un contratto part time. Nel decreto si affida infine all'Inps anche il monitoraggio sull'andamento della spesa sui tre anni della sperimentazione con la sottolineatura, contenuta nella relazione tecnica, che i contributi economici per le madri lavoratrici saranno concessi «fino a concorrenza delle risorse disponibili in ciascun anno».
L'unico rammarico resta per il fatto che la selezione delle domande di contributo economico verrà fatta sulla base dei vecchi (e meno equi) Isee. Infatti, dopo la sentenza della Corte costituzionale del 19 dicembre scorso che ha bocciato l'articolo 5 del Salva Italia, è caduto nell'incertezza il destino del Dpcm che riforma l'Isee e a cui ha lavorato per un anno intero il sottosegretario al Lavoro, Maria Cecilia Guerra. Solo la Conferenza unificata, in una seduta straordinaria, potrebbe acquisire "in corsa" il provvedimento e dare il via al varo dei nuovi Isee già nei primi mesi dell'anno.

I CONGEDI 
Per i padri 
Da quest'anno scatta il congedo obbligatorio di un giorno e il congedo facoltativo di due giorni per i padri. Sono da utilizzare entro il quinto mese di vita del figlio. Le due forme di congedo sono riconosciute anche ai padri adottivi o affidatari, con trattamento economico a carico dell'Inps pari al cento per cento della retribuzione e con contribuzione figurativa piena.
I congedi dovranno essere utilizzati in soluzione unica e potranno essere effettuati dopo una comunicazione preventiva al datore di lavoro da farsi con almeno 15 giorni di anticipo

I CONTRIBUTI 
Per le madri 
Le donne lavoratrici, negli undici mesi successivi al congedo di maternità, potranno accedere, al posto del congedo parentale, a un contributo economico utilizzabile o per pagare una baby sitter o per coprire la retta del nido (pubblico o privato accreditato). Si tratta di 300 euro netti mensili per sei mesi. Se la madre opta per la prima soluzione potrà utilizzare i voucher per pagare la baby sitter, mentre nel caso del nido sarà l'Inps a bonificare direttamente la quota prevista alla struttura interessata

IL MONITORAGGIO 
Inps verifica 
Il decreto ministeriale stanzia 78 milioni l'anno, per il triennio 2013-2015. Le risorse verranno coperte attingendo dal Fondo per l'occupazione femminile e dei giovani.
Si affida infine all'Inps la responsabilità di monitorare l'andamento della spesa sui tre anni della sperimentazione con la sottolineatura, contenuta nella relazione tecnica, che i contributi economici per le madri lavoratrici saranno concessi «fino a concorrenza delle risorse disponibili in
ciascun anno»

L'ATTUAZIONE DELLE NORME SUL LAVORO 
Tirocini 
Dovrebbero essere calendarizzate alla prossima conferenza Stato-Regioni (forse il 24 gennaio) le linee guida sui tirocini, che puntano a ridisegnare la nuova cornice normativa entro cui le Regioni dovranno muoversi nel disciplinare gli stage nei propri territori

Produttività 
Dopo l'intesa raggiunta tra le parti sociali (tranne la Cgil), la legge di Stabilità ha messo sul piatto 2,150 miliardi nel triennio 2013-2015 per la detassazione dei salari di produttività. Tuttavia, per far decollare questa speciale agevolazione, serve l'emanazione di un Dpcm entro il 15 gennaio

Contratti a termine 
Le parti sociali, in sede contrattuale, potranno disciplinare le ipotesi di riduzione degli intervalli tra un contratto a termine e il successivo. In ogni caso, il ministero del Lavoro potrà intervenire entro il 18 luglio per individuare altri casi specifici dove ridurre questo "stop and go" (oggi fissato in 60 e 90 giorni)




http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-01-04/arrivano-voucher-baby-sitter-085541.shtml?uuid=AbvbCEHH

venerdì 4 gennaio 2013

Spread sotto la “soglia Monti”. Ecco i vantaggi per famiglie e imprese

Il differenziale di rendimento tra Btp e Bund a dieci anni si attesta a 286 punti base dai 284 punti base della chiusura di ieri. Cosa significa avere tassi ai minimi?


APERTURA IN RIALZO – Lo spread Btp-Bund ha aperto in leggeto rialzo rispetto alla chiusura di ieri portandosi dai 284 ai 286 punti, inferiore comunque alla famosa “soglia Monti” dei 287 punti base. Ma cosa significa questo per noi? Il differenziale sotto i 300 punti e rendimenti bassi dei nostri Btp, poco sopra il 4%, sono un beneficio non solo per le casse dello Stato, per le banche, le imprese ma anche per le tasche delle famiglie, che possono chiedere prestiti a tassi più vantaggiosi.  

IL RISPARMIO – Prima di tutto per il Tesoro il differenziale così stretto si traduce in un risparmio di molti miliardi di interessi sul debito pubblico. Finanziare il debito pubblico, scrive Repubblica.itcosta in media agli italiani 75 miliardi di euro in interessi annuali, ovvero il 5% del Pil (nel 2012 sono stati pari a 86 miliardi, il 5,5% del Pil, otto in più dell'anno prima). Quindi 100 basis point di differenziale in meno tra Bund e Btp, secondo i calcoli di Bankitalia, regalano all'Italia 3,1 miliardi di risparmi sul servizio del debito il primo anno, 6,2 il secondo e 8 il terzo. Considerando che circa un anno fa eravamo intorno ai 570 punti, il risparmio è notevole.

I VANTAGGI - A cascata ciò vuol dire anche meno oneri e meno tasse per imprese e famiglie. Le imprese infatti potranno chiedere finanziamenti ed emettere obbligazioni a tassi più bassi . Vantaggi anche per le banche che darannno prestiti e mutui più facilmente. Secondo uno studio di Crif cento punti base di aumento dello spread si traducono nel giro di tre mesi in un rincaro di 50 punti basesui tassi d'interesse applicati alle imprese e 30 su quelli pagati dalle famiglie per i mutui casa. Insomma, un bel passo avanti per la ripresa e il ritorno alla crescita economica del Paese.

http://consulenza.soldiweb.com/notizie/spread-sotto-la-“soglia-monti”.-ecco-i-vantaggi-per-famiglie-e-imprese#.UOaVQKV6we5

giovedì 3 gennaio 2013

Il debito pubblico italiano, quando e chi lo ha formato


Il debito pubblico, che si manifesta come le obbligazioni emesse dal Tesoro, si forma perché le spese dello Stato sono maggiori delle sue entrate – il deficit pubblico. La differenza, se non è finanziata con l’emissione di moneta, è coperta con l’emissione di obbligazioni. Si deve perciò andare alla ricerca della fonte: come si è formato il deficit.



Più o meno tutti i Paesi sviluppati hanno visto crescere smisuratamente la spesa pubblica a partire dagli anni Sessanta. Quelli che hanno registrato una crescita delle imposte non troppo distante dalla crescita della spesa, hanno oggi dei debiti contenuti. Altri, invece, hanno speso velocemente, con le imposte che crescevano lentamente. Da qui i grossi deficit, che cumulati, hanno prodotto un gran debito.
La spesa pubblica si divide in spesa pubblica “per lo Stato minimo”, e in quella “per lo Stato sociale”. La prima finanzia la polizia, i magistrati, i soldati. Ossia l’ordine, la giustizia, la difesa. La seconda finanzia i medici, gli infermieri, le medicine, gli insegnanti, ecc. Ossia l’istruzione e la salute. Le pensioni sono ambigue, perché sono pagate – attraverso un apposito organismo – a chi è in pensione da chi lavora, quindi sono un trasferimento, non proprio una spesa.
Premesso ciò, la spesa per lo stato minimo è rimasta all’incirca la stessa nel secondo dopoguerra, mentre è esplosa quella per lo stato sociale. Ed è qui il punto. Quest’esplosione è avvenuta in tutti i Paesi europei. Negli Stati Uniti un po’ meno, ma non troppo meno, se si fanno dei conti sofisticati. Dunque non è un fenomeno solo italiano. O meglio, l’Italia spende più di alcuni altri Paesi, ma non “troppo di più”. Il punto è che ha incassato di meno per troppo tempo. (I conti comparati sulla spesa pubblica per lo stato minimo e per quello sociale vanno fatti escludendo la spesa per interessi sul debito, che è il frutto del cumularsi dei deficit nel corso del tempo e non della spesa corrente).
Abbiamo così a che fare con un fenomeno storico. Se abbiamo a che fare con un fenomeno storico, allora la crescita del debito non è attribuibile – se non in minima parte – a un bravo o cattivo presidente del consiglio dei ministri. Il protagonista è il “Processo” e non l’“Eroe”.
In conclusione, l’Italia ha speso più di quanto incassasse per troppo tempo, e si trova oggi ad avere un gran debito pubblico. Fino a quando ha speso più di quanto incassasse? Fino a prima dell’ultimo governo Andreotti. Il conto è fatto guardando la spesa pubblica meno le entrate prima del pagamento degli interessi (il saldo primario). Intorno al 1990 il bilancio dello Stato va in pareggio prima del pagamento degli interessi. In altre parole, non genera un nuovo deficit prima di pagare gli interessi sul cumulato dei deficit prodotti nel corso della storia (il debito).
Da allora il saldo primario è stato o in avanzo, o in leggero disavanzo. Il deficit è stato il figlio del pagamento degli interessi sul debito cumulato. I deficit solo finanziari hanno però prodotto altro debito. La crescita economica (la variazione del PIL) non è mai stata troppo robusta, e perciò il rapporto debito su Pil o è rimasto stabile, o è appena sceso, o è cresciuto. Ultimamente il rapporto è cresciuto molto, perché il PIL (il denominatore) è caduto molto nel biennio 2008/2009 e non si è ancora ripreso.



http://www.linkiesta.it/debito-pubblico-italiano

mercoledì 2 gennaio 2013

Lavorare per Twitter: le offerte del momento


Twitter offre lavoro nelle sedi americane, asiatiche ed europee. Il social network di microblogging è diventato in poco tempo un mezzo di comunicazione di massa imprescindibile, foriero di tendenze e generatore di notizie per i media tradizionali. Come lavorare in Twitter?
Gli annunci di lavoro pubblicati nell’area dedicata alle carriere sul sito ufficiale del social network sono per diversi settori, dal commerciale al tecnico. I settori specificati sono i seguenti: Business Development & Sales, Corporate, Corporate IT, Engineering, Finance, Infrastructure Operations, International, Product, Product Management, University (stage) e User Experience & Design.
Le sedi di lavoro sono altrettanto varie, dal Brasile a Londra, da Tokio a Parigi, Dublino, San Francisco, Madrid, New York, Chicago, Toronto, Atlanta, Los Angeles e Seoul (Corea).  Lavorare per Twitter significa partecipare al cambiamento globale operato dai social network, in cui le distanze si annullano e l’informazione si fa cotta e mangiata.
Gli annunci di lavoro sono in lingua inglese: è infatti indispensabile conoscere perfettamente questa lingua per lavorare all’interno dell’azienda, qualunque sia la sede prescelta. Per candidarsi alle offerte di lavoro basta accedere all’area del sito ufficiale dedicata al job recruiting, scegliere l’annuncio ideale e inviare il CV. Questo il link.



Dalle detrazioni per i figli alle stretta sulle auto aziendali, ecco tutte le novità fiscali del 2013


Dal 1° gennaio si è aperta l'agenda 2013. Non quella di Monti, ma quella di milioni di italiani: famiglie, imprese, lavoratori, professionisti, uffici pubblici possono cominciare a segnarsi quello che li attende nel 2013. Novità, alcune, già contemplate da normative esistenti (come l'aggiornamento trimestrale delle bollette energetiche), ma per la gran parte inedite, introdotte dai tanti provvedimenti che il governo dimissionario è riuscito a produrre in poco più di un anno di attività: dal decreto "salva-Italia", che ha rivoluzionato il sistema pensionistico, fino alla legge di stabilità 2013, che ha "imbarcato" una marea di correttivi e ulteriori misure. Ecco tutte le misure riguardanti il fisco
Più detrazioni per i figli
Dal 1° gennaio 2013 aumentano le detrazioni per i figli a carico. Si passa da 800 a 950 euro per ciascun figlio (compresi quelli nati da unioni di fatto e riconosciuti, quelli adottivi o affidati), da 900 a 1.220 euro per i bambini sotto i tre anni. Le detrazioni saranno aumentate di 400 euro (prima l'importo era di 220 euro) in caso di figli portatori di handicap.
Legge di stabilità, art. 1, c. 483
Credito d'imposta digitale
Le imprese che svilupperanno piattaforme telematiche per la distribuzione, la vendita e il noleggio di opere dell'ingegno digitali potranno beneficiare di un credito d'imposta del 25% dei costi sostenuti negli anni 2013, 2014 e 2015.
Dl 179/2012, art. 11-bis
Stretta sulle auto aziendali
Dal periodo d'imposta 2013 i costi delle auto aziendali per le imprese (non agenti) e i professionisti potranno essere dedotti al 20% e non più al 40%, a meno che non si applichi il regime dei minimi (sconto fiscale del 50%). La stretta riguarderà i veicoli diversi da quelli adibiti a uso pubblico (taxi) o utilizzati da imprese di noleggio, leasing o autoscuole. Per le auto assegnate ai dipendenti a uso promiscuo per la maggior parte del periodo d'imposta (più di 183 giorni l'anno), dal 2013 saranno deducibili al 70% (non più al 90%) le spese e gli altri componenti negativi, senza alcun limite di costo dell'auto.
L. stabilità, art. 1, c. 501; l. 92/12, art. 4, c. 73
Innovatori sostenuti
Dal periodo d'imposta 2013 e fino al 2015 i contribuenti persone fisiche potranno detrarre dall'Irpef il 19% (25% in caso di start up in ambito energetico) della somma investita nel capitale sociale di una o più start up innovative. L'investimento massimo detraibile, in ciascun periodo d'imposta, non può superare i 500mila euro e deve essere mantenuto per almeno due anni, pena la decadenza dal beneficio (e l'obbligo di restituire l'incentivo fruito e gli interessi legali). Agevolazioni anche se gli investitori sono soggetti Ires: potranno dedurre il 20% degli investimenti in start up innovative (27% se a vocazione sociale).
Dl 179/12 art. 29 convertito da legge 221/12
Restyling per le fatture
Dal 1° gennaio in vigore il recepimento della direttiva 2010/45/Ue su contenuto della fattura, fattura semplificata e fattura elettronica. Nella fattura dovranno essere presenti specifici elementi (quali partita Iva del committente o codice fiscale). Possibile effettuare la fattura "differita" anche per le prestazioni di servizi. Meno complicazioni per gli importi minori: via libera alla fattura semplificata per certificare operazioni fino a 100 euro e in caso di fattura rettificativa.
Legge di stabilità, art. 1, commi 325-335
Iva sul portafoglio titoli Da domani non sarà più esente da Iva la gestione individuale di portafogli titoli, ma sui relativi corrispettivi si dovrà applicare l'Iva, come oggi accade per i servizi di custodia e amministrazione. L'imponibilità Iva si applicherà alle operazioni effettuate dal 1° gennaio 2013. Per evitare di perdere l'Iva sugli acquisti relativi ai servizi di gestione individuale di portafogli sarà possibile optare per l'applicazione separata dell'Iva. L'imponibilità è stata decisa a seguito della sentenza della Corte di giustizia europea del 19 luglio 2012 (causa C-44/11).
Legge di stabilità, art. 1, commi 520 e 521
Meno sconto sugli affitti
Si assottiglia lo sconto concesso ai proprietari di immobili in affitto. Dal periodo d'imposta 2013 scende dal 15% al 5% la deduzione forfettaria dei redditi da locazioni. La disposizione non riguarda chi affitta con la cedolare secca.
Legge 92/2012, art. 4, c. 74
Bollo sui certificati penali
Dal 1° gennaio imposta di bollo sui certificati penali. Viene introdotta una specifica deroga all'esonero da imposta nei processi penali e in quelli per cui si applica il contributo unificato.
Legge di stabilità, art. 1, c. 486
«Taglia-tasse» in anticipo
Anticipata al 2013 la previsione secondo la quale le maggiori entrate ottenute dal contrasto all'evasione confluiscono in un fondo per la riduzione strutturale della pressione fiscale. Con la nota di aggiornamento al Def sarà presentato un rapporto annuale sui risultati conseguiti con il contrasto all'evasione.
Legge di stabilità, art. 2, commi 299 e 300
Non residenti agevolati
Prorogata al 2013 la detrazione fiscale per carichi di famiglia in favore dei soggetti non residenti introdotta dalla Finanziaria 2007. Due le condizioni: che le persone alle quali si riferiscono le detrazioni non possiedano un reddito complessivo superiore – al lordo degli oneri deducibili – a 2.840,51 euro; che i diretti interessati non usufruiscano, nel Paese di residenza, di alcun beneficio fiscale connesso ai carichi familiari.
Legge di stabilità, art. 1, c. 526
Rimborsi Irap online
Dal 18 gennaio 2013 al 15 marzo 2013 è possibile presentare online l'istanza di rimborso della maggior Irpef o Ires versata negli anni passati (e per cui sia ancora pendente il termine) per la mancata deduzione Irap. Il calendario degli invii via internet è scaglionato per aree geografiche. Mentre già dal periodo d'imposta 2012, l'Irap riferita alla quota imponibile del costo del personale dipendente e assimilato (al netto delle deduzioni) può essere dedotta dal reddito d'impresa o di lavoro autonomo.
Dl 201/11, art. 2 conv. da l. 214/11; provvedimento Entrate 17 dicembre 2012
Credit card monitorate
Entro il 31 gennaio 2013 gli operatori finanziari dovranno comunicare all'agenzia delle Entrate i dati degli acquisti di importo pari o superiore a 3.600 euro effettuate dal 6 luglio al 31 dicembre 2011 con moneta elettronica (carte di credito, di debito o prepagate). La comunicazione andrà ad alimentare le banche dati a cui il fisco potrà attingere per verificare la congruità tra i redditi del contribuente e il tenore di vita sostenuto.
Dl 98/11, art. 23, c. 41, convertito da l. 111/11; provvedimento Entrate 11 ottobre 2012
Beni ai soci da dichiarare
Dopo un doppio rinvio, il 2 aprile prima scadenza per la comunicazione al fisco dei beni concessi in utilizzo ai soci o ai familiari. Andranno comunicati anche i finanziamenti effettuati nei confronti della società. L'adempimento faceva parte di un pacchetto di misure introdotto dalla legge di conversione della manovra di Ferragosto dello scorso anno per colpire le intestazioni fittizie di auto, barche, aerei e immobili a società.
Dl 138/11, art. 2 convertito da l. 48/11; provv. Entrate 17 settembre 2012
Riecco il «clienti-fornitori»
Sparisce la soglia dei 3mila euro per la comunicazione al fisco delle operazioni rilevanti ai fini Iva. Torna l'elenco clienti e fornitori. Entro il 30 aprile vanno trasmesse al fisco le operazioni attive e passive effettuate nel 2012 (per cui è necessaria la fattura). Oltre la soglia dei 3.600 euro scatta l'obbligo di identificare i consumatori finali sprovvisti di partita Iva.
Dl 16/2012 art. 2, c. 6 convertito da l. 44/12
Aliquota ordinaria al 22%
L'aliquota ordinaria Iva dal 1° luglio 2013 passerà dal 21% al 22 per cento. Il prelievo diventerà più pesante, tra gli altri, per i beni di elettronica, per i capi di abbigliamento ma anche sui servizi professionali.
Legge di stabilità, art. 1, c. 480
Mini-debiti rottamati
Dal 1° luglio rottamati i mini-debiti tributari fino a 2mila euro (comprensivi di interessi e sanzioni) iscritti a ruolo fino al 31 dicembre 1999. Sempre in tema di riscossione – con regolamento da emanare entro il 30 giugno 2013 – sarà istituito un comitato di controllo sull'attività mediante ruolo che fisserà le linee guida per le categorie di credito oggetto di recupero coattivo, per le modalità di recupero. I criteri si applicheranno alle somme affidate all'agente della riscossione dal 1° gennaio 2013.
Legge di stabilità, art. 1, commi 527-535