Ultim'ora delle 17,50: un
sub-emendemanto alle Ddl stabilità prevede lo slittamento ad aprile dell'imposta
comunale sui rifiuti e i servizi.
Si inizierà a pagare prima delle attuali tasse e tariffe sui rifiuti, e
costerà di più perché dovrà finanziare interamente il servizio di igiene
ambientale, e dovrà occuparsi anche di illuminazione pubblica, manutenzione
delle strade e così via.
Sono queste le caratteristiche della nuova Tares, che sostituirà la Tarsu o
la Tia (dipende dal prelievo oggi adottato dal Comune) dal 2013 e chiamerà i
contribuenti alla cassa già a gennaio per la prima rata. Contribuenti che, a
differenza di quanto accade per l'Imu, non sono rappresentati solo dai
proprietari di immobili, perché la Tares si applica a tutti coloro che «occupano
o detengono locali o aree scoperte».
A loro puntano già ora le tasse e le tariffe sui rifiuti, e dall'anno
prossimo si rivolgerà anche il tributo per finanziare i «servizi indivisibili»:
l'illuminazione, appunto, la manutenzione delle strade, e tutte le attività
diverse da quelle che, come asili nido o assistenza domiciliare, sono effettuate
«a domanda individuale».
È proprio questo secondo aspetto a "garantire" che la Tares costerà per tutti
più di quanto pesano oggi Tarsu e Tia. Per finanziare i «servizi indivisibili»,
in pratica, il Comune applicherà al tributo sui rifiuti una maggiorazione, pari
a 30 centesimi (elevabile a 40) al metro quadrato: qualche decina di euro
all'anno per abitazioni e negozi, quindi, e un conto più pesante per imprese,
uffici, centri commerciali e così via.
In tutto, i contribuenti pagheranno un miliardo di euro all'anno, che lo
Stato (cioè la fiscalità generale) "risparmierà" grazie a un taglio equivalente
agli ex trasferimenti ai Comuni ora rivoluzionati dalla legge di stabilità.
In molti casi, però, anche la componente rifiuti dovrà aumentare il conto
rispetto a quello presentato oggi. Il tributo, infatti, dovrà finanziare
integralmente il costo del servizio rifiuti, cosa che oggi accade con sicurezza
solo nei Comuni che applicano la tariffa Tia (sono circa 1.300, il 16% del
totale).
Nell'altro 84% di enti, che sono ancora fermi alla "vecchia" Tarsu, la
situazione varia da caso a caso: in alcuni Comuni gli aumenti degli scorsi anni
hanno avvicinato costi ed entrate fino a farli pareggiare, in altri invece c'è
ancora una strada più o meno lunga da fare. A Milano, per esempio, la Tarsu è
già aumentata nel 2012, passando da 209 a 256 milioni di incasso: per
raggiungere i 271,4 milioni di costo del servizio, però, dovrà crescere ancora
per raccogliere il 5,4% in più.
A prevedere la Tares è il decreto «Salva-Italia» del dicembre 201, cioè la
prima manovra del Governo Monti: a farla entrare concretamente in campo dal
2013, invece, sono i ritocchi alle basi imponibili e al sistema di riscossione
previsti dagli emendamenti dei relatori al Ddl di stabilità, che martedì
dovrebbe ottenere la fiducia al Senato prima di tornare alla Camera per il via
libera definitivo.
Al debutto, la Tares si baserà sulle stesse superfici dichiarate ai fini
Tarsu o Tia, e solo quando lo scambio di informazioni effettivo fra Catasto e
Comuni sarà attivato (se ne parla da anni) assumerà la propria base imponibile
effettiva, cioè l'80% della superficie catastale dell'immobile.
Il pagamento sarà in 4 rate, fissate per legge a gennaio, aprile, luglio e
dicembre. Le prime tre rate saranno scandite in base agli importi pagati come
Tarsu o Tia nel 2012, a cui si aggiungeranno i 30 centesimi al metro per i
servizi indivisibili. Al saldo di dicembre, come accade oggi con l'Imu, gli
importi potranno crescere in base alle scelte comunali.
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-12-16/salasso-tares-gennaio-italiani-191724.shtml?uuid=Abm3DlCH
Nessun commento:
Posta un commento